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Guerra 

Dall’Ue il piano per ridurre consumi in caso di stop del gas russo 

Settimana di attesa sulle politiche per affrontare la crisi energetica in Europa. Innanzitutto per il piano della Commissione europea, con le proposte per ridurre i consumi del gas, che sarà svelato domani. Tutti gli occhi saranno poi puntati su cosa accadrà dopo il 21 luglio, ultimo giorno sulla carta della manutenzione del North Stream 1, il gasdotto che attraverso il Mar Baltico trasporta direttamente il gas dalla Russia in Europa occidentale, passando per la Germania: dal 22 luglio si capirà se il presidente russo Vladimir Putin voglia tener comunque chiusi questi rubinetti verso l'Ue, creando un embargo di fatto sul gas e con esso scenari più estremi per l'Unione. Salvo un rinvio non improbabile della scadenza, legati a una turbina necessaria alla stazione di compressione russa di Portovaya, nel Golfo di Finlandia, inviata in Canada per manutenzione e ancora attesa in rientro, dopo che è stato chiarito che non sarà soggetta alle sanzioni Ue. Le bozze dell'atteso provvedimento della Commissione filtrate nei giorni scorsi, segnalano comunque l'intenzione dell'esecutivo Ue di annunciare la volontà di agire velocemente per ridurre la domanda di gas, nel timore di un "probabile" deterioramento delle forniture.

Si dovrebbe chiedere una stretta sia dal comparto industriale, incoraggiando uno spostamento dal gas ad altri combustili, e dall'altro riducendo i consumi per il riscaldamento, chiedendo ad esempio agli edifici pubblici di ridurre di un grado a 19 gradi la temperatura d'inverno, e alzare a 25 gradi quella dei condizionatori. Gli stati saranno poi invitati a prevedere interventi normativi con incentivi finanziari alle aziende perché riducano i consumi da subito. Focus particolare sarà dato alle priorità, stabilendo principi e criteri per una riduzione coordinata della domanda, proteggendo famiglie e utenze essenziali come gli ospedali, e anche industrie decisive le catene di approvvigionamento dell'Ue, la competitività e la fornitura di prodotti e servizi essenziali per l'economia.

Intanto ieri Mario Draghi è tornato ad Algeri con mezzo governo, proprio mentre la società energetica Sonatrach ha annunciato che già quest'anno riuscirà a mandare 4 miliardi di metri cubi aggiuntivi di gas all'Italia. Draghi ha accorciato ad un solo giorno la presenza sua e dei ministri al IV vertice intergovernativo con il Paese che più di tutti ha contribuito nella corsa a liberarsi dalla dipendenza dal gas russo e che in pochi mesi è diventato il primo fornitore di Roma.

Resta il dato di fondo: secondo una simulazione dell'Associazione europea degli operatori del trasporto gas (Entsog) in caso di uno stop delle forniture russe già da luglio, non sarebbe possibile raggiungere l'obiettivo fissato di stoccaggi pieni all'80% per novembre fermandosi al 65-71%. Secondo il database degli operatori nelle infrastrutture del gas in Europa Gie gli stoccaggi nell'Ue risultano pieni al 63,25%, con l'Italia al 66,29% (dati aggiornati al 14 luglio). Al momento le forniture di gas a Paesi Baltici, Polonia, Bulgaria e Finlandia sono ferme, mentre sono al 40% circa quelle a Germania, Danimarca, Paesi Bassi e Olanda, a causa dei lavori lungo il Nord Stream 1.

Rodolfo Ricci

( 18 luglio 2022 )

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