Aspettando finalmente un accordo. Già, in attesa che l'Ue trovi un'intesa su qualche forma di ''price cap', il conto dell'acquisto di combustibili fossili dalla Russia continua a crescere. A fine settembre la bolletta energetica dell'Ue nei confronti della Russia, calcolata a partire dall'inizio del conflitto in Ucraina, ha sfondato quota 100 miliardi di euro. A formulare questa stima è stato il Centre for Research on Energy and Clean Air (Crea). Quota 100 miliardi, osserva l'istituto di ricerca basato a Helsinki, è stata superata a causa dell'impennata dei prezzi e nonostante la riduzione dei flussi verso l'Europa: l'import di carbone si è quasi azzerato e quello di gas ha registrato una sensibile diminuzione. Tuttavia, in base alle stime di Crea, i Paesi Ue hanno continuato a acquistare greggio, prodotti derivati, Lng e gas per circa 260 milioni di euro al giorno.
Come se non bastasse, l'istituto di ricerca ha provato anche a calcolare quanto si sarebbe potuto risparmiare se si fosse applicato un qualche tetto al prezzo delle forniture russe a partire dallo scorso luglio, cioè da quando si è cominciato a parlare a livello di G7 di 'price cap' sul greggio: ben 11 miliardi in soli tre mesi. Quindi le difficoltà e i ritardi con cui l'Ue si sta muovendo per mettere a punto misure in grado di combattere il caro energia non solo stanno costando molto, ma continuano a far affluire nelle casse di Mosca risorse con cui viene finanziata la guerra contro l'Ucraina. ll fatto è che gli interventi ipotizzati anche in occasione del summit informale dei leader europei svoltosi a Praga - acquisti congiunti, price cap flessibili, nuovo indice di riferimento al posto del Ttf, intese 'ad hoc' con i fornitori più affidabili - sono molto complessi da mettere in pratica. Anche in presenza di un accordo 'politico' tra i 27 che pare ora essere più vicino ma che ancora non c'è.
Dopo aver tergiversato per mesi, ora la Commissione europea si è impegnata a presentare proposte concrete e dettagliate in tempo utile per il vertice del 20 e 21 ottobre prossimi. E la presidenza di turno dell'Ue gestita dal governo di Praga si è detta pronta a convocare tutte le riunioni straordinarie necessarie per imprimere un' accelerazione al processo in atto. E nei prossimi giorni i ministri dell'energia Ue si incontreranno di nuovo a Praga. E il premier tedesco Olaf Scholz, quello spagnolo Pedro Sánchez e il portoghese António Costa, si vedranno il 14 ottobre a Berlino per discutere di energia in vista del summit europeo. E soprattutto per parlare del gasdotto MidCat. Una infrastruttura che, attraversando la Francia, assicurerebbe forniture preziose per la Germania. Ma che Parigi, al momento, non sostiene.
"Noi come Commissione entro le prossime due settimane arriveremo ad una proposta per calmierare i prezzi dell'energia e dell'elettricità. L'obiettivo è ridurre i prezzi a un certo livello senza mettere in pericolo la sicurezza dell'approvvigionamento", ha ribadito ieri la presidente Ursula von der Leyen in una dichiarazione alla stampa da Tallin dopo l'incontro con la premier estone Kaja Kallas.
Rodolfo Ricci