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Guerra 

Dal G7 misure contro il caro-energia e apertura sul price cap 

"Adotteremo misure immediate per garantire l'approvvigionamento energetico e ridurre i prezzi e le impennate guidate da condizioni di mercato straordinarie, anche esplorando misure aggiuntive come il price cap". Questo è il messaggio rituale che si legge nella bozza del comunicato finale del G7. "Riaffermiamo il nostro impegno a eliminare gradualmente la nostra dipendenza dall'energia russa, senza compromettere i nostri obiettivi climatici e ambientali", aggiungono i leader. Inoltre, "accogliamo con favore la decisione della Commissione europea di sondare i partner internazionali per cercare i modi per ridurre i prezzi dell'energia, tra cui la possibilità di introdurre price cap temporanei" si legge nella bozza finale del G7 di Elamu in cui i leader incaricano i ministri responsabili di valutare con urgenza la fattibilità e l'efficienza di queste misure. "Riaffermiamo il nostro impegno a ridurre la dipendenza dall'energia russa dei nostri mercati interni e cercheremo soluzioni che consentano di ridurre i profitti russi dagli idocarburi" sostenendo allo stesso tempo "la stabilità dei mercati energetici globali" e "minimizzando gli impatti economici negativi, specialmente per i Paesi a medio e basso reddito".

Dunque, l'emergenza gas russo in tutta Europa sembra ora probabile. Dal G7 al castello di Elmau fino ai palazzi delle istituzioni Ue in Lussemburgo e Bruxelles la crisi delle forniture energetiche dalla Russia tiene banco nel dibattito tra i responsabili politici. Dodici Stati membri hanno già subito tagli da Mosca e, ha indicato la commissaria europea per l'Energia, Kadri Simson, "la crisi potrebbe peggiorare" già a luglio, quando Gazprom interromperà - ufficialmente per interventi di manutenzione - il funzionamento di un'altra turbina lungo il Nord Stream 1, portando al minimo i flussi in entrata in Europa. Un timore concreto che ha fatto correre il prezzo del gas ad Amsterdam a 129,46 euro al megawattora (+0,74%). E che l'Italia cerca di scacciare accelerando sugli stoccaggi: a oggi, ha fatto sapere il ministro per la Transizione ecologica, Roberto Cingolani, hanno raggiunto il 55%.

I ministri dei Ventisette responsabili per l'Energia riuniti a Lussemburgo hanno licenziato in via definitiva il regolamento per garantire che le capacità di stock del gas nell'Unione siano piene all'80% prima della prossima stagione invernale. Lo spirito, nel caso in cui Putin chiuda i rubinetti in modo arbitrario, dovrà essere di "condivisione e solidarietà per essere preparati a ogni scenario", ha evidenziato Simson, spiegando che la situazione è seria e tutti ormai ne sono consapevoli. A risultare dimezzate rispetto allo stesso periodo dello scorso anno sono soprattutto le forniture all'est. E, nella "tattica del ricatto" azionata da Mosca - di cui lo stop per motivi tecnici del Nord Stream 1 dall'11 al 21 luglio è la punta dell'iceberg - "i flussi potrebbero anche calare ancora", ha spiegato la politica estone. Nell'immediato allora tutte le forze dell'Ue sono concentrate sulle opzioni per ridurre la domanda di gas naturale nel Continente, la ricerca di partner alternativi e la spinta alle rinnovabili. Senza dimenticare che, davanti al caro prezzi ormai insostenibile per cittadini e imprese, un price cap al gas appare - almeno agli occhi di Roma - necessario.

Rodolfo Ricci

( 28 giugno 2022 )

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