Non è stato facile trovare un punto di equilibrio ma alla fine si è trovato un accordo, ritenuto indispensabile da tutti gli Stati membri. Infatti, l'Europa riapre e riafferma il diritto alla libera circolazione nonostante la pandemia e in vista del periodo estivo. È questo il risultato a cui punta il certificato digitale Ue Covid, sul quale i negoziatori delle tre istituzioni europee - Parlamento, Commissione e Consiglio - hanno trovato un accordo dopo giorni di intense trattative. In base all'intesa raggiunta in serata - che dovrà passare comunque al vaglio del Parlamento europeo prima di entrare in vigore il primo luglio e che sarà sul tavolo dei leader europei al vertice di lunedì e martedì prossimi - il certificato sarà disponibile sia in formato digitale che cartaceo.
Attesterà se una persona è stata vaccinata contro il coronavirus o ha un risultato recente di test negativo o è guarita dall'infezione. Il fatto di aver trovato un'intesa a livello Ue permetterà agli Stati membri di emettere certificati che saranno poi riconosciuti e accettati negli altri paesi dell'Unione. Il regolamento sul Green pass Ue resterà in vigore per 12 mesi.
Formalmente il certificato non sarà una precondizione per esercitare il diritto alla libera circolazione e non sarà considerato un documento di viaggio, ma consentirà comunque di spostarsi da un Paese all'altro dell'Unione senza ulteriori adempimenti. Per venire incontro alle esigenze dei cittadini e alle richieste dell'Eurocamera sulla gratuità dei test, la Commissione europea si è impegnata a mobilitare a questo scopo almeno 100 milioni di euro nell'ambito dello Strumento di sostegno di emergenza per l'infezione da SARS-CoV-2. In seguito all'adozione del Green pass i Paesi Ue non potranno più imporre ulteriori restrizioni di viaggio, come la quarantena, l'autoisolamento o i tamponi, "a meno che tali misure non siano necessarie e proporzionate per salvaguardare la salute pubblica" in risposta alla pandemia di Covid. Tenendo conto anche delle prove scientifiche disponibili, compresi i dati epidemiologici pubblicati dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc).
Le eventuali misure restrittive dovrebbero essere comunque notificate agli altri Stati membri e alla Commissione almeno 48 ore prima di entrare in vigore. In base all'accordo, i Paesi Ue saranno tenuti ad accettare i certificati di vaccinazione rilasciati in altri Stati membri per le persone che hanno ricevuto un vaccino autorizzato dall'Ema, l'Agenzia europea dei medicinali. Ai singoli Stati resterà la possibilità di decidere se accettare anche i certificati delle vaccinazioni effettuate con gli altri farmaci utilizzati in base alle procedure di autorizzazione di emergenza nazionali o dell'Organizzazione Mondiale della Sanità per l'utilizzo di emergenza. I certificati infine saranno verificati per prevenire frodi e falsificazioni, così come l'autenticità dei sigilli elettronici inclusi nel documento. Per salvaguardare la privacy, i dati personali contenuti nei pass digitali non potranno essere immagazzinati nei Paesi Ue di destinazione. "Abbiamo consegnato questo nuovo strumento a tempo di record per salvaguardare la libertà di movimento per tutti i cittadini", ha commentato a caldo il commissario europeo alla Giustizia Didier Reynders. Dal canto suo la commissaria per la Salute Stella Kyriakides ha giudicato l'intesa "un importante passo verso il ripristino della libera circolazione dei cittadini nella massima sicurezza possibile". Sulla fumata bianca raggiunta al trilogo Ue pesano però le raccomandazioni del capo dell'Oms in Europa, Hans Kluge, secondo il quale non è ancora sicuro riprendere i viaggi internazionali, che a suo dire dovrebbero essere ancora evitati. "Questo perché i progressi contro la pandemia di coronavirus rimangono fragili.
Rodolfo Ricci