Tra le tante spine disseminate sul cammino di Theresa May verso la Brexit, si è aggiunta anche quella del crack del colosso delle costruzioni Carillon, il secondo gruppo del settore nel Regno Unito. La situazione è precipitata la scorsa settimana, dopo che le banche hanno perso fiducia nella società, costringendo il governo a intervenire per garantire importanti contratti di lavori pubblici. La scomparsa di un impresa con 200 anni di storia alle spalle pone un grattacapo al governo di Londra, che ha assunto Carillion per lavorare su 450 progetti, tra cui la costruzione e la manutenzione di ospedali, prigioni, siti di difesa e una linea ferroviaria ad alta velocità.
La priorità del governo è garantire che i servizi pubblici non vengano interrotti, ha affermato David Lidington, il ministro responsabile dell'Ufficio del Gabinetto che sovrintende alla gestione del governo. Alcuni contratti gestiti da Carillion andranno a fornitori alternativi, ha aggiunto. Lidington ha esortato il personale della compagnia a continuare a lavorare assicurando che il governo pagherà i loro stipendi. Carillion ha accumulato un debito di circa 900 milioni di sterline con un gruppo di banche, tra le quali le cinque più grandi del paese - RBS, Santander UK, Lloyds, HSBC e Barclays - e ha un deficit pensionistico di 580 milioni di sterline. Il buco complessivo, dunque, sfiora il miliardo e mezzo di sterline.
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