Sabato 23 novembre 2024, ore 3:36

Bruxelles 

Caos nell’Ue: rinviato il voto su stop ai motori a combustione dal 2035 

Rinviato a data da destinarsi. Sono bastate poche parole per riassumere l'inaspettato cul de sac in cui si è infilato lo stop dell'Europa alle auto a benzina e diesel a partire dal 2035. L’attesa riunione dei Rappresentanti Permanenti aggiunti in Ue ha registrato, proprio come in precedenza, l'impossibilità a continuare sull'approvazione del Regolamento. L'Italia esulta. A cominciare dalla premier Giorgia Meloni che parla di "successo italiano" e fa un affondo deciso: "Giusto puntare a zero emissioni di Co2 nel minor tempo possibile, ma deve essere lasciata la libertà agli Stati di percorrere la strada che reputano più efficace e sostenibile. Questo vuol dire non chiudere a priori il percorso verso tecnologie pulite diverse dall'elettrico. È questa la linea italiana che ha trovato largo consenso in Europa".

Come dire: ogni Paese deve modulare la transizione dai motori benzina e diesel a quelli elettrici tenendo conto della propria realtà, che è fatta anche di persone. Ecco cosa è accaduto. Italia, Polonia e Bulgaria si erano dette contrarie e la Germania, che aveva chiesto un'adeguata contropartita sugli e-fuels, non si è fidata: insieme avrebbero composto la minoranza di blocco necessaria per bocciare il regolamento. La presidenza svedese, di fronte ad un voto che avrebbe fatto tremare la Commissione, ha quindi rinviato il fascicolo. Il punto è stato anche stralciato dall'agenda del Consiglio Educazione previsto per oggi, dove era attesa la ratifica formale del testo. Insomma, un vero e proprio terremoto, che costringe la Commissione e in particolare il vice presidente Frans Timmermans, ad un'approfondita riflessione.

"L'obiettivo resta la neutralità tecnologica. Siamo in contatto con gli Stati membri sulle nuove preoccupazioni emerse", ha precisato la portavoce dell'esecutivo Ue, Dana Spinant, provando a mascherare il disappunto che serpeggia a Palazzo Berlaymont. Bruxelles, per scardinare il muro tedesco, proverà a lavorare su uno dei "considerando" che fanno da prequel alle norme vere e proprie, e in particolare su quello in base a cui la Commissione valuterà i progressi per il raggiungimento dell'obiettivo, tenendo conto degli sviluppi tecnologici e l'importanza di una transizione economica sostenibile e socialmente giusta verso le emissioni zero.

E in questa cornice che si proverà un compromesso con Berlino. Il governo tedesco, del resto, sui dossier ambientali è spaccato: i liberali (che esprimono il ministro per le Finanze Christian Lindner e quello dei Trasporti Volker Wissing) sono contrari, i Verdi favorevoli mentre Spd si trova stretto tra i due opposti. In Italia invece il governo è compatto contro il regolamento. L'elettrico non può essere l'unica soluzione del futuro, tanto più se continuerà, come è oggi, ad essere una filiera per pochi, ha sottolineato il ministro dell'Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto. Ferma anche la posizione della Polonia. La sensazione è che la transizione verde e digitale sia uno dei binari sul quale correranno slogan e alleanze per le prossime Europee.

Rodolfo Ricci

( 6 marzo 2023 )

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