Diventa più concreto il lancio dell'euro digitale. Anche se per la sua possibile nascita bisognerà aspettare almeno due anni, la Bce vuole essere pronta e il consiglio dei governatori dell'istituto di Francoforte ha deciso di dare via alla fase due, quella preparatoria, per la possibile emissione della moneta, al termine della quale si prenderà una decisione. Si chiude così la fase di indagine lanciata nell'ottobre 2021 e realizzata dalla task force alla cui testa c'è Fabio Panetta, componente del board di Francoforte e prossimo governatore della Banca d'Italia. Nei prossimi due anni la Bce metterà a punto test, simulazioni e il quadro delle regole, anche sul profilo della privacy, della valuta che dovrebbe affiancare e non sostituire il contante nei 20 paesi dell'Eurozona.
Panetta, nei recenti incontri al Fmi, ha sottolineato come il progetto serva per "non restare indietro" in un mondo che cambia e dove specie le giovani generazioni hanno più familiarità con gli strumenti digitali. Dopo il balzo durante la pandemia, i pagamenti digitali hanno continuato la crescita anche in paesi più arretrati come l'Italia, più inclini al contante per ragioni culturali e di elusione fiscale con un andamento che appare inarrestabile. L'euro digitale consentirebbe pagamenti istantanei sia fra privati sia con la banca centrale e le amministrazioni pubbliche.
Progetti per una valuta digitale sono stati annunciati da diverse banche centrali ma l'Europa si piazza prima fra le grandi a muovere dei passi concreti sebbene cauti. La Bce infatti vuole rispondere alle critiche e osservazioni pervenute dal mercato, le banche e le forze politiche. Nel progetto. ad esempio, l'euro digitale avrà un limite iniziale di 3.000 euro a persona per evitare deflussi improvvisi di depositi dalle banche che saranno comunque coinvolte nella sua distribuzione e sarà circoscritto ai cittadini europei. E ogni decisione sarà presa solo quando sarà completo il quadro legislativo messo a punto dalle istituzioni europee.
Tra gli altri vantaggi Francoforte sottolinea anche che la valuta sarebbe basata sull'infrastruttura europea, riducendo la dipendenza da un ristretto gruppo di fornitori esterni all'Unione (i grandi gruppi Usa delle carte di credito). In verità, anche il Gruppo bancario europeo di risparmio e vendita al dettaglio, l'associazione delle banche di risparmio e al dettaglio nell'Ue, esprime "vivo interesse" in una nota per la decisione del Consiglio direttivo della Bce di passare alla fase preparatoria del progetto dell'euro digitale.
Afferma di apprezzare "il coinvolgimento delle varie parti interessate, in particolare del settore bancario, durante la fase di indagine, e il dialogo continuo della Bce con il settore bancario europeo". Secondo l'associazione "sono necessarie ulteriori discussioni per adattare il possibile euro digitale a un prodotto che sia attraente per tutte le parti interessate, in particolare consumatori, commercianti e banche".
Rodolfo Ricci