L’Europa non si ferma nella lotta all’inflazione neanche dopo la tempesta scatenata sui mercati dalla banca della Silicon Valley e il crollo di Credit Suisse. Infatti, la Bce ha deciso di alzare i tassi d'interesse di mezzo punto percentuale, portando il tasso sui rifinanziamenti principali al 3,50%, quello sui depositi al 3%, e quello sui prestiti marginali al 3,75%. "Il Consiglio direttivo della Bce segue con attenzione le tensioni in atto sui mercati ed è pronto a intervenire ove necessario per preservare la stabilità dei prezzi e la stabilità finanziaria nell'area dell'euro", ha affermato l'istituto centrale nella nota sul rialzo dei tassi. Il punto dolente continua ad essere l’alto livello dei prezzi nell’Eurozona. "L'inflazione dovrebbe rimanere troppo elevata per un periodo di tempo troppo prolungato.
Pertanto, il Consiglio direttivo ha deciso di innalzare di 50 punti base i tre tassi", si legge ancora nel comunicato dell’Eurotower. Secondo le nuove stime della Bce l'inflazione si collocherebbe in media al 5,3% nel 2023, al 2,9% nel 2024 e al 2,1% nel 2025. Allo stesso tempo, le pressioni di fondo sui prezzi restano intense.
"L'inflazione al netto dei beni energetici e alimentari ha continuato ad aumentare a febbraio e gli esperti della Bce si attendono una media del 4,6% nel 2023, livello più elevato di quello anticipato nelle proiezioni di dicembre". In seguito "dovrebbe ridursi al 2,5% nel 2024 e al 2,2% nel 2025, via via che le spinte al rialzo derivanti dai passati shock dell'offerta e dalla riapertura delle attività economiche verranno meno e che la politica monetaria più restrittiva frenerà in misura crescente la domanda". Peraltro, "l'elevato livello di incertezza accresce l'importanza di un approccio fondato sui dati per le decisioni del Consiglio direttivo", che "saranno determinate dalle sue valutazioni sulle prospettive di inflazione alla luce dei nuovi dati economici e finanziari, dalla dinamica dell'inflazione di fondo e dall'intensità di trasmissione della politica monetaria", prosegue. La Bce non ha inserito nel comunicato sulla decisione del rialzo dei tassi, alcun riferimento alle prossime mosse.
Il fatto curioso è che il vice presidente della Banca centrale europea, Luis de Guindos, ha avvertito i ministri delle Finanze dell'Ue, riuniti martedì scorso a Bruxelles per l'Ecofin, che alcune banche dell'Eurozona potrebbero essere vulnerabili al rialzo dei tassi di interesse. Lo riferisce l'agenzia Bloomberg, sottolineando che de Guindos ha incontrato i ministri delle Finanze dopo il fallimento di Svb ma prima delle turbolenze sul Credit Suisse. Ma la presidente, Christine Lagarde, in conferenza stampa, ha corretto il tito: "Il settore bancario dell'area dell'euro è dotato di buona capacità di tenuta, con solide posizioni di capitale e liquidità", ha affermato. In ogni caso, "in ogni caso l'istituto centrale dispone di tutti gli strumenti necessari per fornire liquidità a sostegno del sistema finanziario dell'area dell'euro, qualora ve ne sia l'esigenza, e per preservare l'ordinata trasmissione della politica monetaria".
Rodolfo Ricci