Bruxelles alla fine sembra aver preso una decsione. Infatti, la Commissione europea propone "un obiettivo obbligatorio per la riduzione del consumo di elettricità nelle ore di punta". Lo ha annunciato direttamente la presidente Ursula von der Leyen in un punto stampa, sottolineando che l'esecutivo comunitario lavorerà a stretto contatto con gli Stati membri per raggiungere questo obiettivo. La proposta fa parte di "una serie di misure immediate che proteggeranno i consumatori e le imprese vulnerabili e li aiuteranno ad adattarsi". L'approvvigionamento energetico globale è scarso e "ciò richiede una riduzione intelligente della domanda", ha spiegato. Il countdown anche per il piano dell'Ue sul gas è iniziato. Bruxelles è pronta ad agire, ma prima di mettere ufficialmente sul tavolo le sue proposte vuole annusare l'aria un'ultima volta. E lo farà in occasione del Consiglio Affari Energia straordinario di venerdì.
Poi, in occasione dello State of Union della prossima settimana alla Plenaria di Strasburgo la presidente della Commissione tirerà le somme. Le proposte, in linea generale, sono definite. Il 'price cap' - che comunque non dovrebbe essere inferiore ai 35 euro a megawattora - e la tassa sugli extraprofitti delle aziende che producono energia diversa dal gas sono all'orizzonte. Sul primo punto, tuttavia, c'è un primo nodo da sciogliere: il tetto va posto solo al gas russo o a tutto quello che l'Europa importa? La seconda strada, nelle ultime ore, sta guadagnando consensi ed è ben vista anche dall'Italia. A Roma, in linea di principio, già il tetto al prezzo del gas russo è considerata una vittoria. Ma è una mossa che, ora che Mosca ha chiuso totalmente i rubinetti, nell'immediato avrebbe effetti concreti marginali. Diverso sarebbe un 'price cap' da porre a tutto il gas importato dall'Ue o almeno a quello che giunge via tubo (quindi anche da Algeria o Azerbaigian, ad esempio), come suggerito dal presidente della commissione Ambiente Pascal Canfin, vicinissimo a Emmanuel Macron. Tra le ipotesi sul tavolo c'è anche quella di inserire un 'price cap' sull'elettricità, mossa utile a quantificare gli extra-profitti che l'Ue, con tassa ad hoc da far imporre dagli Stati membri, vuole redistribuire per calmierare i costi sui cittadini.
Le buone notizie, per la linea italiana, potrebbero venire anche da un altro fronte. L'Ue proporrà anche un intervento sul Title Transfer Facility, ovvero sul mercato di Amsterdam che decide il prezzo del gas. Bruxelles sta studiando la possibilità di una "supervisione finanziaria da parte dell'Esma, per evitare possibili mosse speculative" ma anche l'uso di altri benchmark "complementari". Su questi ed altri temi queste ore saranno decisive. Da un punto di vista formale il Consiglio Affari Energia non prenderà decisioni ma sarà cruciale per determinare quali saranno le proposte su cui chiudere al più presto. E gli effetti, sui mercati, già si sentono. La borsa di Amsterdam ha chiuso in calo a 239,8 euro al megawattora proprio in vista della riunione Ue. Ma la partita energetica per Bruxelles, resta difficile. Non a caso, soprattutto, tra i banchi dell'Europarlamento, torna ad affacciarsi la richiesta di un vero e proprio Recovery per l'energia.
Rodolfo Ricci