Alla notizia del matrimonio tra Alstom e Siemens mobility, annunciata a fine 2017, gli azionisti dei due gruppi hanno brindato. Logico. La nascita di un vero e proprio campione europeo del settore ferroviario garantisce in prospettiva un ruolo di primo piano sul mercato mondiale, dove solo i cinesi di Crrc sarebbero in grado di guardare dall’alto in basso il colosso franco - tedesco, benché non possano vantare lo stesso livello tecnologico di quest’ultimo.
Ma c’è anche un’altra ragione, più concreta, a garantire il buonumore su ambedue i versanti della fusione. Gli azionisti francesi incasseranno due dividendi speciali, uno da quattro euro, l’altro fino ad un importo massimo della stessa cifra. Si tratta, nel primo caso, di una compensazione per la perdita del controllo sulla compagnia; nel secondo del ricavato dell'esercizio delle opzioni di vendita che Alstom detiene riguardo alla società aperta con General Electric. I tedeschi si consoleranno, si fa per dire, garantendosi il controllo, anche se la governance assicura un peso quasi paritetico ai due contraenti, condizione senza la quale mai Emmanuel Macron avrebbe dato il suo via libera (il governo francese è azionista di Alstom con il 19,9%, più un diritto d’opzione, che però Parigi ha rinunciato ad esercitare, su altro 20% del capitale).
L’accordo prevede inoltre che per quattro anni non ci saranno ripercussioni su lavoratori e stabilimenti né in Francia né in Germania. Ovviamente un patto così concepito ha messo sul chi vive gli altri paesi europei in cui sono localizzati i siti produttivi dei due gruppi, Italia inclusa.
Nel nostro paese Alstom e Siemens non presenti in modo massiccio con otto insediamenti - Savigliano (CN) Sesto S.Giovanni (MI) Lecco Bologna Firenze Roma Nola (NA) Modugno (BA) - nei quali sono impiegati 2.500 lavoratori. Ma le preoccupazioni sono diffuse in tutta l’Unione Europea.
Per dare loro voce, i sindacati europei, raccolti sotto l’egida di IndustriALL Europe, scendono in campo oggi con una giornata di azione a livello continentale. L’obiettivo di IndustriAll è assicurare l’occupazione in tutti i siti europei, aprendo negoziazioni con i sindacati per garantire l’innovazione attraverso le attività di Ricerca e Sviluppo.
I sindacati sollecitano inoltre piani ambiziosi d’investimento e sviluppo delle competenze dei lavoratori e la piena trasparenza sui progetti a lungo termine di Alstom e Siemens. Questo nell’ambito di un dialogo sociale che preveda il rispetto dei diritti dei lavoratori all’informazione, consultazione e partecipazione. L’avvertimento nei confronti dei vertici dei due gruppi è chiaro e a lanciarlo è Sylvain Lefebvre, vice segretario generale di IndustriALL: ”Non ci sarà nessun campione europeo della mobilità se la dimensione sociale non sarà in primo piano. Il futuro di Alstom e Siemens deve basarsi su posti di lavoro, siti e capacità di innovazione sicuri in tutti i paesi europei per cogliere appieno tutte le opportunità di un mercato la crescita”. .
In Italia tocca a Fim Fiom e Uilm portare avanti la mobilitazione. ”Informeremo i lavoratori e convocheremo una serie di assemblee nelle quali illustreremo i nostri timori per un accordo delle cui conseguenze, al momento, nessuno ci ha informato”, spiega Antonio Sansone, coordinatore nazionale del gruppo Alstom per la Fim. Del resto l’accordo non è stato ancora perfezionato e difficilmente lo sarà prima della fine dell’anno: ”Mancano alcuni passaggi fondamentali, soprattutto la pronuncia dell’Antitrust Ue e delle altre authority nazionali”, continua Sansone. Per quanto riguarda gli stabilimenti italiani, le preoccupazioni dei sindacati si appuntano in primo luogo ”sui siti di Alstom - sono tre, a Bari, Bologna e Firenze - che si occupano della progettazione e realizzazione dei sistemi di segnalamento. La ragione sta nel fatto che Siemens è sicuramente più avanzata sotto il profilo tecnologico e ciò fa temere il loro ridimensionamento”. A Bologna, dove ha sede la fabbrica più importante del gruppo Alstom (500 occupati) e si sviluppa il software che controlla il traffico ferroviario su tutto il territorio nazionale, i sindacati incontreranno le istituzioni locali, un passaggio necessario, sottolinea Sansone, ”per sensibilizzarle e prepararle qualora in futuro si verificassero problemi per lo stabilimento”.
(L'articolo domani su Conquiste Tabloid)