L'Italia è il Paese dell'area euro più suscettibile a una crisi del debito a causa dei rialzi dei tassi di interesse e dei più limitati acquisti di bond da parte della Bce. L'allarme è del Financial Times che, in un sondaggio, constata come nove economisti su dieci temono che il Belpaese si riveli l'anello debole di Eurolandia. La coalizione di governo guidata da Giorgia Meloni sta cercando di seguire una strada di rettitudine di bilancio". Ma - osserva il Financial Times - il debito pubblico italiano resta uno dei più elevati in Europa, sopra il 145% del pil. E con l'aumento dei tassi di interesse da parte della Bce i costi di finanziamento dell'Italia sono aumentati: i rendimenti sui titoli di stato a 10 anno sono saliti sopra il 4,6% la scorsa settimana, oltre quattro volte in più rispetto al livello dello scorso anno e 2,1 punti percentuali in più sui rendimenti dei bond tedeschi equivalenti. Il nuovo governo italiano "ha finora dato pochi motivi di preoccupazione agli investitori. Ma i timori potrebbero riaffacciarsi con la crescita che rallenta e i tassi che salgono ulteriormente", ha messo in evidenza Veronika Roharova di Credit Suisse.
Le strette decise dalla Bce hanno sollevato critiche da diversi governi, incluso quello italiano. La premier Meloni proprio nella conferenza stampa di fine anno ha osservato, in merito all'Eurotower, come "nella situazione in cui ci si trova sarebbe meglio evitare delle scelte peggiorative e più utile gestire bene la comunicazione sulle scelte che si fanno". Critiche che comunque non sembrano intaccare la volontà della Bce di proseguire sulla strada tracciata per riportare l'inflazione al 2%. L'Eurotower deve "resistere" all'opposizione, ha detto nelle scorse settimane la moderata della Bce, Isabel Schnabel, riconoscendo come le strette rendono "più costoso emettere debito". I primi segnali positivi dell'azione della Bce iniziano comunque a intravedersi: in Germania infatti l'inflazione è rallentata all'8,6% e questo lascia bene sperare, anche se il rischio di una recessione continua ad agitare gli investitori.
E rallenta, a sorpresa, l'inflazione anche in Francia. Secondo l'istituto nazionale di statistica l'indice dei prezzi al consumo è salito a dicembre, anno su anno, del 5,9% contro il +6,2% di novembre. Le attese del mercato erano per un +6,4%. A causare il rallentamento, spiega l'Insee, è stato il calo dei prezzi deell'energia e in misura minore, dei servizi. Per il direttore generale del Fondo monetario internazionale Kristalina Georgieva la metà dell'Unione europea scivolerà in recessione quest'anno. Fra i paesi del G7, secondo un sondaggio del Financial Times, la Gran Bretagna sarà quello che sperimenterà la contrazione peggiore. "La Bce è stata troppo lenta a riconoscere che l'inflazione non era temporanea, ma sta recuperando. Temo però che la Bce non stringerà abbastanza per i problemi che questo potrebbe causare all'Italia", ha affermato Jesper Rangvid, professore di finanza alla Copenaghen Business School.
Rodolfo Ricci