La massiccia rivolta dei piloti di Air Berlin non è riuscita a modificare la situazione della compagnia aerea che ha dichiarato insolvenza il 15 agosto scorso. Con un atto selvaggio di protesta i piloti della società in vendita si erano dichiarati malati in massa, provocando la cancellazione di quasi 200 voli e perdite cospicue. In tal modo, i dipendenti di Air Berlin hannno voluto manifestare le loro preoccupazioni, temendo condizioni di lavoro peggiori. Ma l'unica reazione da parte dei responsabili della vendita di Air Berlin è stata quella di far slittare la decisione finale sulle offerte di acquisizione e quindi sul futuro della compagnia a lunedì 25 settembre: il giorno dopo le elezioni federali in Germania. Tale decisione è stata considerata come un segnale simbolico, di voler svincolare le sorti della società dall'influenza politica. La dichiarazione di insolvenza di Air Berlin aveva suscitato subito l'interesse di Lufthansa che a giudizio dei concorrenti sarebbe stata favorita dai responsabili politici. La Ryanair aveva perfino ritirato la sua offerta di acquisto dichiarandosi discriminata. Le offerte confermate al momento sono cinque: Lufthansa, Easy Jet, Niki Lauda Condor, le imprese di logistica di Berlino Zeitfracht sono interessate a parti della compagnia. L'imprenditore Utz Claassen ha inoltre fatto un'offerta per l'intero gruppo. Il Ceo della compagnia insolvente, Thomas Winkelmann, ha dichiarato: "la vivacità dell'interesse suscitato negli investitori parla per Air Berlin". E a proposito del futuro degli oltre 8000 dipendenti ha ricordato che "il nostro scopo rimane condurre in porto il maggior numero possibile di posti di lavoro". Secondo un altro concorrente, l’imprenditore Rudolf Woehrl, per contro, gli scioperi dei giorni scorsi avrebbero spaventato gli investitori.
(Articolo completo di Andreina Bonanni domani su Conquiste Tabloid)