Venerdì 22 novembre 2024, ore 18:28

Bruxelles 

Accordo sul RepowerEu: nuovi fondi per il caro-bollette 

Via libera Ue al finanziamento di RepowerEu, il piano che consente ai singoli Paesi di avere nuove risorse da aggiungere ai loro Pnrr per combattere il caro energia e ridurre la dipendenza dalla Russia. Per l'Italia, secondo quanto dichiarato recentemente a Milano dalla presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, dovrebbe valere circa 9 miliardi. L'intesa raggiunta nella notte tra Consiglio, Parlamento e Commissione Ue consente tra l'altro di recuperare fino al 10% dei fondi strutturali 2014-2020 non ancora spesi per destinarli ad aiuti diretti a imprese e Pmi alle prese con il caro energia. Per l'Italia la cifra dovrebbe essere pari a circa 4 miliardi.

Altre risorse per complessivi 20 miliardi, provenienti dal mercato della CO2 Ue-Ets, vengono messe a disposizione dei Paesi per accelerare la realizzazione di progetti destinati a potenziare le fonti rinnovabili, a velocizzare la transizione energetica e a ridurre la dipendenza dalle fonti fossili provenienti dalla Russia. Un'intesa che "sblocca importanti risorse per finanziare i piani dell'Ue destinati a garantire nel futuro un'energia pulita nel momento in cui l'Europa volta le spalle al gas Russo", ha commentato la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen via tweet, dando così il benvenuto all'accordo politico.

Su un altro fronte, posizioni ancora distanti e qualche moderato progresso. Il 'price cap' sul gas non trova nemmeno questa volta il suo lieto fine e l'accordo tra i Ventisette resta in salita, con la presidenza di turno Ue della Repubblica Ceca impegnata a cercare una via per strappare in extremis l'intesa politica tra i due fronti contrapposti. Ma il tempo sta per scadere, i nodi restano sul tavolo e il fallimento delle trattative rischia di far naufragare anche gli acquisti comuni di gas e la semplificazione delle autorizzazioni per le energie rinnovabili. Un'impasse che scontenta Roma portando la premier Giorgia Meloni ad avvertire che "se le misure europee dovessero tardare o essere inefficaci il governo è pronto a intervenire a livello nazionale".

L'ennesima fumata nera nelle trattative a Bruxelles era nell'aria già da giorni e si è fatta via via più evidente con le dichiarazioni a favore di telecamere dei ministri arrivati alla spicciolata all'Europa Bulding. Una discussione che nel corso della giornata si è trasformata in una maratona negoziale durata quasi otto ore e intervallata da molteplici colloqui bilaterali e multilaterali per cercare di far quadrare il cerchio. Una mediazione portata avanti da Praga, che ha messo sul tavolo dei Ventisette la terza versione di compromesso nel giro di un mese, abbassando ulteriormente la soglia di attivazione del meccanismo di correzione dei prezzi sul mercato Ttf di Amsterdam: rispetto agli originari 275 euro a megawattora proposti da Bruxelles, nella bozza ulteriormente limata dai ministri a fine giornata l'asticella oscilla tra i 160 e i 220 euro al megawattora. Superare la cortina di ferro non è semplice: servirà più tempo, ha tagliato corto la commissaria Ue per l'Energia, Kadri Simson.

Rodolfo Ricci

( 14 dicembre 2022 )

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