Il tesoro dell’Italia si chiama turismo. Affermazione tutt’altro che banale dal momento che ancora non si riesce a trasformarla in quell’asset strategico capace di generare crescita ed occupazione di cui il Paese ha disperato bisogno. La speranza è che la forza degli ultimi dati sull’andamento del settore riescano ad imprimere una svolta decisiva a politiche di sistema ancora troppo deboli. Ma vediamoli i numeri. Il valore aggiunto del turismo in Italia ammonta a 103, 6 miliardi di euro, ovvero 3 volte il settore alimentare e 4 volte la ricchezza generata da tessile ed abbigliamento. Alla base di queste performance da record è il primato che rende l’Italia il primo paese al mondo per disponibilità di patrimonio artistico-culturale, il riconoscimento di 53 siti Unesco e l’essere tra i primi tre migliori paesi dove si consiglia viaggiare nel 2018. Questa la fotografia scattata dal XXI Rapporto sul turismo italiano - curato da Iriss-Cnr presentato alla Borsa Internazionale del Turismo a Milano - secondo cui nel 2016 i consumi turistici in Italia sono stati pari a 93,9 miliardi di cui 36,4 riconducibili alla domanda straniera (38,7% del totale) e 57,6 a quella interna (61,3%).
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