Un altro marchio storico della benzina, dopo Shell ed Esso, rischia di uscire dalla rete italiana. È TotalErg, la joint venture tra il gruppo francese e quello genovese, ormai prossima alla cessione. A denunciarlo, nel totale silenzio della politica, sono stati i sindacati dei gestori dei distributori di carburanti che in una nota lanciano l’allarme sulla “completa disgregazione di un settore strategico”. Secondo quanto riferito da Mergermarket, il termine per la presentazione delle manifestazioni di interesse per la società italofrancese è stato fissato per il 23 gennaio, data dalla quale prenderà il via la fase conclusiva della vendita di una delle maggiori compagnie petrolifere operanti in Italia. I memorandum contenenti tutte le informazioni necessarie sono stati inviati a 20 potenziali compratori, tra i quali figurano alcune realtà del settore, come Qatar petroleum, Kuwait petroleum, Vitol e Api, così come fondi di private equity (Kkr, Carlyle, Terra Firma), interessati a un affare che si aggirerebbe sui 700 milioni di euro.
Faib Confesercenti, Fegica Cisl e Figisc/Anisa Confcommercio, chiamano quindi Governo (in particolare è stato chiesto un incontro con il ministero dello Sviluppo economico) e Parlamento a “un intervento preventivo e deciso a tutela dell’interesse collettivo, sia in termini di investimenti che di sicurezza energetica, oltrechè per difendere e tutelare migliaia di posti di lavoro, tra dipendenti aziendali, gestori e addetti alla distribuzione carburanti, che sono messi fatalmente a rischio, anche in considerazione della platea di soggetti che sembrano interessati all’acquisto con mire esclusivamente speculative”. TotalErg, che conta 2.700 punti vendita su tutto il territorio nazionale, è una joint venture che fa capo per il 49% al gruppo francese e per il 51% a quello che ha sede a Genova. Proprio Erg, che non ha voluto commentare ufficialmente la notizia diffusa dai sindacati, in passato aveva comunque annunciato l’intenzione di uscire dal mercato dei carburanti, per dedicarsi al proprio core business, ormai costituito dalle energie rinnovabili: la distribuzione dei carburanti “non fa più parte del nostro core business, perchè abbiamo fatto una scelta green e dobbiamo essere coerenti con essa”, aveva dichiarato a maggio scorso l’ad di Erg Luca Bettonte, aggiungendo che “se nell’ambito di un percorso di valorizzazione ci fosse la possibilità di uscirne non scarteremmo quest’opzione”. Una possibilità che ora si starebbe dunque concretizzando con l’addio anche da parte di Total. Per gli esperti i proventi dell'operazione, stimati intorno a 200 milioni di euro, potrebbero poi essere usati per nuovi investimenti nel business delle rinnovabili e/o distribuiti agli azionisti, mentre il settore della distribuzione resta sempre più appannaggio di pochi.