Il tribunale di Milano ha accolto il ricorso di Tim e Vivendi. L'aggiornamento dell'ordine del giorno dell'assemblea di domani è stato sospeso e non verrà quindi votata la revoca dei consiglieri francesi.
Per il rinnovo del Cda si va al 4 maggio. La presentazione di dimissioni in blocco dei consiglieri Tim non è "palesemente ingiustificata" e "neppure pare essere univocamente diretta a perseguire un intento di danno", nei confronti di Elliott, scrive il giudice civile Elena Riva Crugnola nel provvedimento con cui ha accolto il ricorso. L'unico effetto delle dimissioni, osserva il giudice, è "quello di comportare sempre la remissione all'assemblea della scelta dei componenti" del Cda.
"E' solo democrazia ritardata, non democrazia negata. Gli azionisti di Tim avranno comunque l'opportunità di esprimere la loro volontà nell'Assemblea straordinaria del 4 maggio", commenta da parte sua il fondo Elliott.
Intanto i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, insieme a quelli delle rispettive categorie, hanno inviato oggi una lettera ai presidenti dei gruppi parlamentari di Camera e Senato, per chiedere un incontro sulla “prospettiva industriale e gli assetti societari futuri di TIM”.
Susanna Camusso, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo, e i segretari generali di Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil, Fabrizio Solari, Vito Vitale e Salvo Ugliarolo - scrivono nella missiva: “La qualità della prospettiva industriale e degli assetti societari futuri di Tim coinvolge, unitamente al destino di migliaia di lavoratori, una parte rilevante delle speranze di crescita e innovazione del Paese. Allo scopo di contribuire a rendere più chiara l’evoluzione possibile della vicenda, chiediamo un incontro per permettere una discussione di merito”.
Nel salutare con favore la decisione della CDP (Cassa, Depositi e Prestiti) di entrare nel capitale sociale di Tim, le Segreterie Nazionali Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil sottolineano la necessità di "chiarire ora" quale ruolo possa avere CDP nel futuro dell’azienda.
L’ingresso di CDP nel capitale sociale con una quota di circa il 5%, per i sindacati "deve servire innanzi tutto a dare stabilità di governance all’azienda, confermando e difendendo il profilo di public company. La presenza di CDP nel capitale deve poi assicurare gli investimenti necessari allo sviluppo del Paese, la stabilizzazione finanziaria dell’azienda e le garanzie occupazionali dei dipendenti diretti e dell’indotto (altri circa 50.000 occupati).
"Fondamentale" per le federazioni del settore "la difesa del patrimonio industriale e professionale dell’intero perimetro di Tim, della sua Rete, dei suoi assets anche a seguito di eventuali operazioni industriali e societarie che potrebbero determinarsi. Il Gruppo Tim ha enormi potenzialità e, per quanto ci riguarda, deve rimanere integro - tengono a precisare le segreterie nazionali Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil - -ribadendo il loro impegno a battersi "contro ogni ipotesi, da chiunque provenga, che preveda lo spezzatino del Gruppo". E concludono: "Le Segreterie Nazionali di Categoria, congiuntamente alle proprie Confederazioni, si impegneranno a sostenere la loro proposta e, in attesa della formazione del nuovo Governo, avvieranno fin dai prossimi giorni un percorso di informazione e sensibilizzazione presso tutti i gruppi parlamentari e le Autority di regolazione del settore".
(Articolo integrake domani su Conquiste tabloid)