Ancora tensione sulla questione dell’Iva dopo il varo del Nota di aggiornamento al Def. Il dibattito su una possibile rimodulazione, con tagli sui beni di prima necessità come il pane o sulle bollette, sta tenendo banco in questi giorni. Un’ipotesi messa in campo dal ministro Pd Boccia, contro la quale si schiera con forza il M5S, che avverte: ”Questo governo nasce su due principi fondanti: il blocco dell'Iva e il taglio dei parlamentari. Se uno dei due viene meno, allora si perde il senso di questo governo”. Prova a chiudere la polemica il ministro Franceschini: ”La rimodulazione dell'Iva era tra le varie ipotesi. È accantonata, non c'è più”. Taglia corto il sottosegretario al Mef Baretta: ”L’Iva non sale e non viene rimodulata”.
Tra le misure annunciate dal governo che confluiranno nei 23 ddl collegati alla manovra di bilancio si sono il taglio del cuneo fiscale, la green new deal, l’istituzione di una Banca degli investimenti pubblica e la revisione del ticket sanitario.
Un tema, quest’ultimo, particolarmente sensibile: la proposta in campo prevede che la compartecipazione dei cittadini alla spesa sanitaria sarà calcolata in base al reddito, cioè secondo un criterio di progressività, per cui ”chi ha di più paga di più e chi ha di meno paga di meno”; mentre sarà eliminato il tanto contestato superticket sulle prestazioni specialistiche ed ambulatoriali. Il ministro della Salute Speranza annuncia anche un aumento di 2 miliardi di euro per il Fondo sanitario nazionale nel 2020 rispetto al 2019.
Commenta il segretario confederale della Cisl Ganga: ” La riorganizzazione del sistema dei ticket dovrà essere sviluppata in direzione di una maggiore equità e giustizia sociale, tutelando le fasce di popolazione più fragili e con un occhio rivolto alla cronicità ed all'interno di un contesto di riforma complessiva del sistema sanitario nazionale”. Aggiunge Ganga: ”E’ necessario, in primis, il superamento del superticket che risulta essere una vera tassa per le famiglie e che ha comportato il disincentivo alla cura per milioni di cittadini meno abbienti. Riteniamo che la rivisitazione del sistema di esenzione e di compartecipazione debba svilupparsi sul solco di un piano che, oltre a porsi il problema del contributo al sistema salute, si ponga quello di superare le numerose criticità che impediscono l'accesso dei cittadini alle prestazioni ed ai servizi, a partire dalle lunghe liste di attesa”. Per la Cisl è necessario, quindi, ”sviluppare al più presto, una politica complessiva che, dal rafforzamento del finanziamento pubblico del sistema sanitario - attualmente sotto finanziato - completi il 'pacchetto' dei nuovi Lea per renderli realmente esigibili su tutto il territorio nazionale. La sanità deve ritornare ad essere una delle priorità nell'agenda del nuovo Governo, sarà quindi il confronto sul Patto per la Salute l'occasione per valutare le scelte più appropriate da realizzare. Su questo tema - ricorda Ganga - abbiamo chiesto al Governo di aprire immediatamente un confronto di merito con le organizzazioni sindacali per definire gli interventi e le modalità necessarie al rafforzamento rilancio del sistema universalistico pubblico con livelli di adeguatezza in tutte le regioni del Paese”.