Ombre cinesi si proiettano sull’economia italiana.
Nelle scorse settimane ha destato scalpore la notizia secondo cui Pirelli potrebbe presto passare sotto il controllo del gruppo Chem China (di proprietà dello Stato cinese). Ma a corredo di questa ne arrivano altre che danno per imminente il passaggio di proprietà di Pininfarina alla indiana Mahindra&Mahindra, quello di Giochipreziosi (la seconda azienda di giocattoli in Europa dopo la Lego) alla Ocean Gold Global di proprietà dell'imprenditore cinese Michael Lee, e per ultimo il forte interesse di alcuni gruppi del dragone (uno guidato da Richard Lee, uomo d’affari di Hong Kong con molti interessi in Cina, l’altro rappresentato dal broker thailandese Bee Taechaubol, che starebbe raccogliendo capitali in Asia e in particolare in Cina) interessati alla società del Milan calcio dalla famiglia Berlusconi. Tessere di un mosaico, il sistema industriale italiano, che si scompone nel nostro Paese e si ricompone altrove con una serie di conseguenze che impattano anche sugli equilibri sociali in termini di occupazione e che nelle ultime settimane ha acceso l'interesse di commentatori, economisti e cittadini.
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