Intanto l’Istat segnala una risalita a marzo dell’inflazione. Secondo le stime preliminari, l'indice nazionale dei prezzi al consumo aumenta dello 0,1% su base mensile e dell'1,3% su base annua (da +0,8% del mese precedente). L'accelerazione del tasso d'inflazione si deve principalmente all'attenuazione su base tendenziale della flessione dei prezzi dei Beni energetici non regolamentati (da -17,2% a -10,3%) e regolamentati e, in misura minore, alla crescita di quelli dei Servizi relativi ai trasporti; per contro, registrano un rallentamento i prezzi dei Beni alimentari non lavorati e dei Tabacchi. Sempre a marzo, l'inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, accelera da +2,3% a +2,4%, mentre quella al netto dei soli beni energetici decelera da +2,6% a +2,5%. Per Confcommercio ”la risalita dell'inflazione era largamente attesa e non deve destare particolari allarmi. Infatti, al di là di alcuni effetti stagionali, come l'aumento dei prezzi di alcuni servizi di trasporto e turistici, l'aumento su base annua è strettamente correlato al confronto con un periodo in cui i prezzi degli energetici erano in forte e repentino calo, tanto da determinare a marzo del 2023 una riduzione dello 0,4% dell'inflazione in termini congiunturali”. Confcommercio sottolinea ”il progressivo rallentamento dei prezzi degli alimentari (guidato dal comparto del non trasformato) e, più in generale, dei prodotti che le famiglie acquistano con maggior frequenza, ciò che ne determina le percezioni su prezzi e potere d'acquisto". "Che il quadro sia confortante sotto il profilo dell'inflazione, si desume sinteticamente dal fatto che la componente core si riduce nella metrica dell'indice armonizzato (da 2,6% a 2,5% di marzo)”. Il dato ”è peraltro coerente con l'ipotesi di un'inflazione, nella media dell'intero 2024, prossima o di poco superiore all'1%, dato decisamente inferiore al target della Bce”.
Più allarmata si mostra Confesercenti, secondo cui ”il rientro dell'inflazione si conferma più lungo del previsto e preoccupa, in prospettiva, il ritorno delle tensioni sugli energetici: il dato Istat mostra infatti il riaffacciarsi della problematica legata ai prezzi delle materie prime energetiche, in parte già prevista, considerando la situazione di crisi in diverse aree geografiche ampiamente legate al petrolio, innanzitutto, ma in grado di condizionare tutto l'insieme dei trasporti a livello internazionale, in particolare quelli che usano il Mediterraneo”. Dunque ”se da un lato l'avvicinarsi della stagione estiva più calda limiterà, di per sé, l'impatto di alcune bollette energetiche per le tasche di famiglie ed imprese - innanzitutto quelle del gas - dall'altro bisognerà monitorare con attenzione le dinamiche dei prezzi per predisporre, eventualmente, con tempestività adeguati ammortizzatori per i bilanci familiari”.
Ilaria Storti