A trainare il calo dell’occupazione è stato il lavoro a termine(-394 mila, -12,9% nella media dei primi tre trimestri) e il lavoro autonomo (-162 mila, -3%), mentre quello a tempo indeterminato risulta in lieve aumento (+ 86 mila, +0,6%). Gli andamenti peggiori si riscontrano nel settore degli alberghi e ristorazione e nei servizi domestici (a prevalenza femminile),tra gli addetti al commercio e ai servizi e tra le professioni non qualificate. La tenuta nei settori delle costruzioni, dell’informazione e comunicazione e dell’industria in senso stretto dà conto del minore impatto della crisi sulla componente maschile.
Nei primi sei mesi del 2020, le persone che hanno iniziato un lavoro sono 436 mila in meno dell’analogo periodo del 2019 (-30,2%) mentre 490 mila persone in più hanno concluso un lavoro nello stesso periodo (+62,2%). L’eccezionale crescita dell’inattività, nella media dei primi tre trimestri del 2020, è dovuta al venir meno delle condizioni per essere classificati come disoccupati durante il periodo di crisi sanitaria. Ciò ha portato all’aumento delle forze lavoro potenziali (+220 mila, +7,3%) e soprattutto di quanti non hanno né cercato lavoro né sarebbero stati disponibili a iniziare un’attività (+402 mila, +3,9%).
L’emergenza sanitaria ha prodotto anche un mutamento repentino e radicale della modalità di erogazione della prestazione lavorativa, con un aumento del lavoro da remoto. Nel secondo trimestre 2020 il lavoro da casa ha interessato oltre 4 milioni di lavoratori, il 19,4% del totale (era il 4,6% nel secondo trimestre 2019).
La crisi dunque morde ancora forte. Per questo il segretario generale aggiunto della Cisl Sbarra insiste sulla necessità di prorogare il blocco dei licenziamenti senza selettività, in risposta al presidente di Confindustria Bonomi che ribadisce la proposta di una norma transitoria e appunto selettiva a seconda dei settori. Osserva Sbarra: ”Non possiamo lasciare le persone da sole: l’effetto precipizio sarebbe devastante, con centinaia di migliaia di persone a rischio disoccupazione, una bomba sociale insostenibile anche per i consumi e il sistema delle imprese”.
Giampiero Guadagni