La spesa delle famiglie consumatrici è così crollata del 6,4% rispetto all'ultimo trimestre dell'anno scorso, il tonfo più ampio mai segnato dall'inizio della serie storica. La propensione al risparmio si e' invece attestata al 12,5%, come non accadeva dal 2005, in aumento di 4,6 punti percentuali. Il sostegno offerto a famiglie e imprese ha avuto inevitabilmente riflessi pesanti sui conti pubblici.
Il rapporto tra deficit e Pil, nel primo trimestre, si è attestato al 10,8%, a fronte del 7,1% segnato nello stesso periodo del 2019. Il saldo corrente e il saldo primario sono risultati negativi, entrambi con un'incidenza sul Pil del -7,8% (rispettivamente, -4,1% e -4,2% nel primo trimestre del 2019). La pressione fiscale è stata pari al 37,1%, in crescita di 0,5 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.
Primi segnali di ripresa arrivano dalla fiducia, che a giugno, pur rimanendo su livelli storicamente bassi, torna a salire dopo i crolli dei mesi precedenti. Quella dei consumatori passa da 94,3 a 100,6, mentre quella delle imprese rimonta da 52,7 a 65,4. Tutte le componenti del clima di fiducia dei consumatori sono in crescita, seppur con intensità diverse. L'aumento è marcato per il clima economico (da 72,9 a 87,2) e per il clima futuro (l'indice passa da 93,1 a 105,6), mentre il clima personale e quello corrente registrano incrementi piu' contenuti (da 100,9 a 104,5 e da 95,0 a 96,4, rispettivamente). Per quanto riguarda le imprese, le stime evidenziano un aumento della fiducia diffuso a tutti i settori anche se i livelli rimangono depressi. In particolare, nell'industria l'indice di fiducia del settore manifatturiero sale da 71,5 a 79,8 e nelle costruzioni cresce da 108,4 a 124,0. Per il comparto dei servizi, si evidenzia una risalita dell'indice sia nei servizi di mercato (da 38,9 a 51,7) sia nel commercio al dettaglio (l'indice passa da 68,0 a 79,1).