Le prospettive di crescita per i prossimi mesi appaiono condizionate negativamente dal proseguimento della fase inflattiva, dal deterioramento del saldo della bilancia commerciale e dalla caduta della fiducia delle famiglie. Lo segnala l'Istat nella nota mensile sull’economia italiana in cui si fa riferimento allo scenario internazionale che ”continua a essere caratterizzato dalla elevata incertezza legata al conflitto tra Russia e Ucraina, da forti pressioni inflazionistiche, trainate dalle quotazioni dei prodotti energetici e dal cambio di intonazione della politica monetaria”. E se le aspettative delle imprese mostrano ancora contenuti e diffusi miglioramenti, ”il deterioramento della fiducia delle famiglie si è associato a comportamenti di consumo più prudenti, mentre il mercato del lavoro ha evidenziato i primi segnali di peggioramento”.
Numeri e valutazioni dell’Istat saranno naturalmente sul tavolo del confronto di martedì mattina a Palazzo Chigi tra i leader di Cgil Cisl e Uil e il premier Draghi, che in vista dell’incontro ha incontrato lunedì il ministro dell’Economia Franco in partenza per l’Eurogruppo di Bruxelles.
I sindacati chiederanno al Governo risposte chiare e immediate e solleciteranno l’impegno a costruire un'agenda economica centrata sulla partecipazione sociale. Sul lungo periodo, i sindacati si aspettano di essere ascoltati prima che vengano effettuate delle scelte in legge di bilancio. Dal taglio del cuneo fiscale all'aumento dei salari, passando per la riforma del fisco e la tutela dell'occupazione, i temi sul tavolo di oggi sono tanti. ”Molte persone in Italia, pur lavorando, non arrivano a fine del mese”, sottolinea il leader della Cgil Landini che ricorda come il sindacato abbia avanzato già a maggio proposte concrete, a partire dalla redistribuzione degli extra-profitti alle misure per affrontare il livello di precarietà senza fine del mondo del lavoro italiano. Secondo il segretario generale della Cisl Sbarra ”occorre anche rilanciare gli investimenti pubblici e privati, governare la transizione digitale, ecologica, industriale e riforme strutturali da declinare in un grande accordo che punti alla coesione sociale, alla difesa dell'occupazione, alla ripartenza di consumi, domanda aggregata, produttività, all'innalzamento delle competenze e l'accelerazione degli interventi legati al Pnrr, specialmente nel Mezzogiorno”. Mentre sul piano delle relazioni industriali, ”occorre rinnovare e innovare tutti i contratti pubblici e privati, introducendo nuovi sistemi di riallineamento all'inflazione reale, defiscalizzando gli accordi di produttività e di welfare”. Sulla stessa linea Bombardieri, numero uno Uil che osserva: ”Lavoratori e pensionati perdono potere d'acquisto, diventando più poveri. Il Paese non può aspettare la manovra, ha necessità di interventi immediati”. Quanto agli altri temi ”abbiamo proposto al governo tre documenti unitari: uno su lavoro e precarietà; l'altro sulla riforma fiscale, dove aspettiamo delle risposte e chiediamo un intervento sul cuneo fiscale per aumentare il potere d'acquisto. In ultimo c'è il tema del welfare, cioè come si intende, in questo Paese, mantenere lo stato sociale”.
Al centro del confronto anche il tema del salario minimo,. Il ministro del Lavoro Orlando da tempo propone di legarlo al trattamento economico complessivo dei contratti maggiormente rappresentativi per ogni settore. E spiega: ”Dopo l'approvazione della direttiva sul salario minimo in Europa, ritengo che vi siano le condizioni per un'intesa con le parti sociali per arrivare a un punto di caduta positivo”. Osserva ancora Orlando: ”Sui media si parla di mancanza di manodopera nel settore dei servizi, della ristorazione e persino della logistica. Manca però un’informazione sulle condizioni lavorative che vengono offerte e su perché ci siano queste difficoltà, anche rispetto all'incidenza sul sommerso e sul lavoro nero”.
Giampiero Guadagni