La Commissione Europea darà la sua opinione mercoledì 21 novembre sul documento di bilancio italiano rivisto e inviato martedì sera. Bruxelles non si sbilancia sulla possibilità di avviare una procedura per deficit eccessivo a carico dell'Italia, in base alla regola del debito. Ma viene ricordata da più parti - anche da premier di paesi ”sovranisti” - la necessità di rispettare le regole.
Il governo gialloverde - nella sua risposta definita da ambienti della Lega ”di attacco e no di difesa” - non arretra sui pilastri fondamentali della manovra come deficit e crescita; ma offre clausole salva deficit rafforzate e un piano di dismissione da 18 miliardi per evitare la procedura di infrazione per debito.
Il governo rilancia dunque il progetto espansivo con il quale è convinto che il pil crescerà dell'1,5% nel 2019. Il governo rivendica la conferma dell'impianto della manovra anche per quanto riguarda le misure chiave, con l’accelerazione sul fronte della riforma delle pensioni: quota 100 infatti potrebbe partire da subito. Confermati anche i controlli trimestrali sulla spesa e la destinazione dello 0,2% degli investimenti idrogeologici. A sostenere la propria tesi anche un piano di riforme ampio che va dagli investimenti per le infrastrutture, al codice per gli appalti, dalla lotta al dissesto idrogeologico alle misure per la sburocratizzazione. Previsto un piano di dismissioni, anche immobiliari, che vale l'1% del Pil, ovvero 18 miliardi. Di Maio ha tenuto a precisare che il piano non riguarderà i ”gioielli di famiglia”. A Bruxelles il vicepremier M5S manda un segnale: ”Per quanto riguarda eventuali clausole di salvaguardia il nostro obiettivo è il 2,4% di deficit perché crediamo nella crescita all’1,5%. Non abbiamo aggiunto niente a quello che già leggete nella manovra di bilancio perché non ci sono novità legislative ma c’è l’impegno a mantenere quelli che sono i saldi indicati, quindi non facciamo i furbi sul deficit”.
Un messaggio anche dall’altro vicepremier Salvini: ”Stiamo lavorando a una manovra che prevede piu' posti di lavoro, piu' pensioni e meno tasse non per tutti ma per molti italiani. Se va bene all'Europa siamo contenti, senno' tiriamo dritti lo stesso".
Dure critiche dalle opposizioni. E per il Presidente del Parlamento Europeo Tajani (Forza Italia) la versione rivista del documento programmatico di bilancio ”è una scelta sbagliata che non fa il bene dell’Italia e degli italiani. Il problema non e' quello che dice Bruxelles, ma quello che dicono i mercati e tutti gli investitori”.