A gennaio 2019, fa sapere l’Istat, la produzione industriale cresce dell’1,7% da dicembre e registra ”la prima variazione congiunturale positiva dopo quattro mesi di cali continui”. Su base annua si attenua la caduta con una flessione dello 0,8% nei dati corretti per gli effetti di calendario. Il miglioramento, sia tendenziale sia congiunturale, sottolinea l’Istituto di Statistica, è trainato dal settore energia (in espansione del 6,4% sul mese e dell’11,7% sull’anno, anche per effetto delle temperature più basse rispetto allo scorso anno). Rispetto a dicembre crescono anche i beni di consumo (+2,4%), i beni intermedi (+1,0%) e i beni strumentali (+0,3%). Ma su base annua tutti e tre questi comparti diminuiscono (i beni intermedi del 3,3%, i beni di consumo del 2,7%, e i beni strumentali dell’1,7%).
Insomma, più che un’inversione di tendenza vera e propria dell’attività economica, sembra un rimbalzo.
D’altra parte, nota l’Istat, per l’industria italiana gli ultimi tre mesi sono stati i peggiori da sei anni a questa parte. E bisogna tornare al periodo novembre 2012-gennaio 2013 per trovare un calo medio superiore all’1,8% del periodo novembre 2018-gennaio 2019 (allora era stato -2,2%). ”L’aumento di gennaio - spiegano dall’Istat - non riesce comunque a compensare le variazioni negative degli ultimi mesi”.
E le cose potrebbero anche peggiorare. Secondo il centro studi Promotor, il contesto negativo in cui è immerso il Paese è ”compatibile con un nuovo calo congiunturale del Pil nel primo trimestre 2019, che sarebbe il terzo consecutivo e segnerebbe il passaggio dalla recessione tecnica alla recessione conclamata per l’economia italiana”.
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