Il tema è stato al centro anche dell’Assemblea annuale di Confindustria, la prima con Carlo Bonomi presidente, slittata di quattro mesi per l’emergenza Covid.
Il numero uno di Viale dell’Astronomia mantiene serrato il pressing sul Governo: chiede una rotta precisa sul rilancio e un’operazione verità sui conti pubblici; sollecita l’utilizzo del Mes. E rivolgendosi al premier Conte, presente in platea e intervenuto poi dal palco, dice: ”Se il governo fallisce sul Recovery fund non va a casa solo lei, andiamo a casa tutti perché il danno per il Paese sarebbe immenso”. Serve dunque ”un’azione comune, un nuovo grande patto per l’Italia”. Anche perché ”rispetto ad un anno prima il calo tendenziale dell’occupazione è di 600 mila lavoratori in meno”.
Con i sindacati è aperta la partita dei contratti. ”Nessuno ha mai parlato di blocco della contrattazione. Abbiamo un duplice dovere: un sacro rispetto per l'autonomia delle associazioni e al contempo richiamare fermamente tutti al rispetto delle regole. Regole che fissano principi chiari sulla rappresentanza per combattere la diffusione dei contratti pirata e su come si calcolano le retribuzioni”. Bonomi sottolinea che il trattamento economico ”si stabilisce bilateralmente nei contratti e non imponendo un salario minimo per legge enormemente superiore alla media retributiva come vorrebbero alcune parti politiche, violando l'autonomia delle parti sociali”.
Serve poi ”una profonda"riforma degli ammortizzatori sociali”, tema sul quale Confindustria ha elaborato una proposta dettagliata ”ispirata al varo di vere politiche attive del lavoro, smontando la parte di Reddito di cittadinanza non destinata al contrasto alla povertà ma destinata in teoria alle politiche del lavoro che però, di fatto, per constatazione ormai unanime non funziona”.