Nonostante lo sviluppo dell’e-commerce, il commercio retail nel nostro paese ha ancora margini di crescita, al punto che nel 2018 è prevista l'apertura di ben 2000 nuovi punti vendita, con una ricaduta occupazionale di 20 mila nuovi posti di lavoro.
E' quanto emerge da una ricerca presentata nel corso del secondo Retail Summit, che Confimprese ha organizzato a Stresa con EY e gruppo FOOD sulle prospettive di crescita del retail in Italia. Positive anche le prospettive per il prossimo quadrimestre - secondo l'Osservatorio Confimprese - con i retailer italiani che prevedono l'apertura di oltre 500 nuovi negozi con una ricaduta occupazionale di più di 4mila nuove assunzioni.
Confimprese prevede una crescita del giro d'affari a fine 2017 del 3,2% a parità di perimetro e del 5,2% considerando le nuove aperture. Nel primo caso i ricavi dovrebbero raggiungere i 148,5 miliardi, mentre con il perimetro allargato si potrebbe arrivare a 150 miliardi. Nel vasto panorama del retail il franchising conquista vette importanti. Le categorie top che trainano il settore sono fashion e food con uguale numero di aperture, 130 punti vendita, ma il food si aggiudica la pole per la creazione di nuovi posti di lavoro, 1.888. Un gap numerico, quest'ultimo, dovuto alla maggiore esigenza da parte delle insegne food/ristorazione di personale all'interno dei locali.
Un settore pronto all’innovazione secondo il presidente di Confimprese, Mario Resca. "E' nella nostra storia, fa parte - ha aggiunto - della nostra cultura imprenditoriale, delle nostre abitudini. Siamo, e lo ripeto, un motore decisivo per lo sviluppo del Paese. La politica, il governo dovrebbe ricordarlo. Noi non abbiamo paura dei cambiamenti, vogliamo essere il "Commercio 4.0": un settore dinamico, al servizio dei consumatori, sensibile ai cambiamenti e alle sfide della competizione. Non vogliamo privilegi, non vogliamo difendere rendite di posizione, chiediamo solo di poter investire e lavorare in condizioni chiare, affidabili, sicure. Chiediamo che la nostra attitudine competitiva non sia penalizzata dai ritardi dello Stato, dalla burocrazia opprimente, da infrastrutture inadeguate, da una giustizia civile troppo lenta".