Ai nastri di partenza la fase operativa del reddito di cittadinanza. Scatta infatti oggi, e durerà fino al 31 marzo, la possibilità di presentare la richiesta - presso uffici postali, Caf oppure telematicamente - per essere inseriti nel programma dal mese di aprile. Se la domanda verrà accolta, il pagamento del beneficio non avverrà prima di maggio.
Restano da risolvere alcune criticità. La principale è quella che riguarda i navigator, i tutor incaricati di seguire i beneficiari del sussidio nella ricerca di un'occupazione: dovrebbero essere assunti da Anpal Servizi con contratti di collaborazione coordinata e continuativa in prospettiva di una stabilizzazione. Per assumere la platea di 6mila persone a livello nazionale, serve però un'intesa con le Regioni. Intesa che non è ancora stata trovata. Inoltre, l'immissione di 6 mila navigator nelle amministrazioni locali rischia di mandare gli uffici nel caos. E
neanche la proposta avanzata dal ministro Di Maio di ridurre il numero del personale a 4.500 convince le Regioni.
Quando si ottiene il via libera al sussidio entro 30 giorni il beneficiario viene convocato al centro per l'impiego dove sottoscrivere il patto per il lavoro. Secondo l’Istat solo un beneficiario su tre del reddito di cittadinanza sarà obbligato ad aderire al patto. Gli altri due potranno usufruire del sostegno economico senza alcun vincolo lavorativo.
Tra le maggiori criticità figurano poi i paletti per gli stranieri. Oltre al vincolo di residenza a 10 anni, una norma approvata in Senato prevede l’obbligo di fornire una certificazione, rilasciata dalla competente autorità dello Stato estero, sui requisiti di reddito e patrimoniali e sulla composizione del nucleo familiare. Esclusi i soggetti aventi lo status di rifugiato politico. Critici i sindacati secondo i quali così facendo si incrementa il profilo discriminatorio già presente dello strumento.
Il reddito di cittadinanza, fa sapere l’Istat, potrebbe interessare 1 milione e 308 mila famiglie e 2 milioni e 706 mila individui, con un beneficio medio per famiglia pari a 5.053 euro, corrispondente al 66,8% del reddito familiare, per una spesa complessiva di circa 6,6 miliardi di euro su base annua.