Commenta il leader Cisl Sbarra: ”Vogliamo vederci chiaro sul piano di privatizzazione a partire da Poste, Ferrovie, Eni ed Enel. Terremo la guardia alta contro ogni operazione finalizzata solo a far cassa e contro ogni rischio sul piano della tenuta occupazionale, perdita della competitività, compressione della dinamica degli investimenti, scadimento della qualità, dell'universalità e dell'integrazione dei servizi”. Per reperire le risorse mancanti la ricetta proposta da Sbarra è di ”procedere con la razionalizzazione della spesa improduttiva, recuperando risorse da sprechi e sperperi. In particolare occorre "intervenire sui miliardi di fondi erogati e distribuiti a pioggia, riordinando il sistema degli incentivi e trasformandoli in sostegno a lavoratori, pensionati e alle imprese che applicano i contratti, fanno contrattazione decentrata e li rinnovano alla scadenza”. Sbarra chiede infine di creare ”un contributo di solidarietà per le multinazionali di logistica ed economia digitale e per i colossi della farmaceutica. Occorre alzare il prelievo dalle grandi rendite immobiliari e finanziarie e soprattutto avviare una vera lotta ad evasione ed elusione”.
Intanto il 2023 si chiude con una diminuzione della produzione industriale rispetto all’anno precedente del 2,5%; la dinamica tendenziale dell'indice corretto per gli effetti di calendario è stata negativa per quasi tutti i mesi del 2023. L’Istat riferisce che l’evoluzione in corso d'anno, al netto dei fattori stagionali, è stata caratterizzata da cali congiunturali in quasi tutti i trimestri, con l'eccezione del terzo, allorché si è registrato un lievissimo recupero. Tra i principali raggruppamenti di industrie, solamente per i beni strumentali si osserva una crescita nel complesso del 2023 rispetto all'anno precedente.
E uno studio di Confcommercio e del Centro studi Tagliacarne racconta le città che cambiano e le tante saracinesche che si abbassano per sempre. Oltre un negozio su cinque, in Italia, ha cessato l'attività in poco più di un decennio, dal 2012 al 2023, e non ha più riaperto. Sono 111 mila le attività scomparse, a cui si aggiungono 24 mila imprese ambulanti, il 25,6% del totale. È questa la dimensione del fenomeno chiamato ”desertificazione commerciale”, che viene descritto come sempre più preoccupante.
Giampiero Guadagni