Me per le opposizioni si tratta di una svendita di gioielli di Stato, che potrebbe avere anche conseguenze dirette sulla salvaguardia dell'occupazione e sulla fornitura dei servizi essenziali per i cittadini; e alla Camera spunta un’interrogazione del Pd al ministro dell'Economia.
Anche i sindacati sono preoccupati. Contrari all’idea di privatizzare per fare cassa, lamentano l'assenza di politiche industriali per rilanciare l'occupazione e l'economia. Per questo Cgil, Cisl e Uil hanno inviato una lettera al ministro Giorgetti e all'ad di Poste, Matteo Del Fante, chiedendo un incontro urgente per fare il punto sulla vicenda che rischia di toccare da vicino le vite dei lavoratori.
Sottolinea il leader della Cisl Sbarra: ”Se il Governo sul tema delle privatizzazioni pensa di andare avanti da solo commette un grosso errore. Prima di ogni operazione, come quella annunciata su Poste Italiane, bisogna aprire un confronto con le parti sociali e con il sindacato in particolare. Se l’idea è quella di far cassa svendendo parte degli gioielli di famiglia, la Cisl si opporrà. Abbiamo già visto gli effetti di questa impostazione negli anni Novanta, e ne paghiamo ancora oggi le conseguenze con la perdita di asset strategici, penso alle telecomunicazione, con la compressione dei livelli occupazionali, con il blocco degli investimenti, con l'impoverimento della quantità, della qualità ed efficienza dei servizi. Si tratta non solo di evitare saldi di Stato. Ma anche di scongiurare che per riempire un po' il portafoglio si rinunci ad esprimere un ruolo forte e pubblico nella definizione delle politiche industriali del Paese”. Per questo, conclude Sbarra, ”rilanciamo l'idea di mettere sul tavolo l'opportunità di far evolvere la governance delle grandi imprese pubbliche nel solco della partecipazione dei lavoratori alle decisioni al controllo delle aziende. Qui si parla non solo di risorse, ma del futuro e della tenuta del tessuto sociale ed economico del Paese”.
Giampiero Guadagni