I primi sette decreti già in vigore prevedono 44 regolamenti: 20 provvedimenti dell’Agenzia delle Entrate e 24 testi di emanazione ministeriale.
Sottolinea il viceministro dell’Economica Maurizio Leo: ”Nel primo intervento sull'Irpef siamo partiti attenzionando le fasce medio-basse. Valuteremo le risorse disponibili, ma senz'altro la prossima tappa potrà riguardare proprio i redditi più elevati, perché certo non si può pensare che chi ha 50mila euro di reddito debba subire una tassazione che, comprendendo anche le addizionali regionali e comunali, supera il 50%. Sono livelli inaccettabili per una nazione come la nostra che ha quale obiettivo la maggiore crescita”. Aggiunge Leo: ”Le tasse servono a pagare i servizi, ma è ancora più vero che liberare liquidità nelle tasche dei cittadini significa far girare meglio l'economia”.
Commenta il segretario generale della Cisl Luigi Sbarra: ”La volontà di ridurre le tasse per chi guadagna fino a 50.000 euro, come ha confermato il viceministro dell'Economia Leo attraverso un processo di riforma in grado di riequilibrare il rapporto fra fisco e contribuenti, così come prevede l'ultimo decreto in materia di concordato preventivo, è sicuramente una scelta che risponde positivamente alle sollecitazioni inviate più volte al Governo da parte della Cisl”. In una lettera al quotidiano ”Il Giornale” il numero uno di Via Po osserva: ”Rispetto ai diversi decreti, a partire dalla nuova definizione di aliquote e scaglioni della manovra per il 2024, abbiamo ribadito che, se il fisco intende essere il volano per la crescita economica, la riduzione della pressione tributaria va accompagnata a una più intensa strategia di recupero dell'evasione, in quanto le risorse sottratte all'erario sono indispensabili per l'attuazione della riforma stessa e per la crescita del Paese”. Per Sbarra è ”importante, quindi, proseguire nella volontà di sostenere un percorso virtuoso fra i contribuenti, teso a innalzare fra i cittadini il grado di fedeltà all'erario individuando utili strategie dell'Amministrazione finanziaria sul versante della lotta all'evasione, ancora pesante fardello, nonostante il discreto risultato conseguito nel 2023 con i 30 miliardi recuperate, risorse che vanno destinate interamente alla riduzione delle tasse a lavoratori dipendenti, pensionati e famiglie”. Insomma ”la lotta all'evasione resta un punto fermo e ineludibile della strategia fiscale su cui il Governo dovrà insistere per ridurre il tax gap, la differenza tra il gettito riscosso e quello che andrebbe versato rispetto ai redditi effettivi continuando a investire su un modello avanzato di accertamenti con l'utilizzo delle più avanzate metodologie digitali”. Per Sbarra ”ciò rappresenta la priorità da associare alla necessità, non rinviabile, di rendere strutturale la riduzione del prelievo fiscale per lavoratori e pensionati. Insistiamo con l'occasione anche a porre l'accenno rispetto al tema del fisco locale che a nostro parere necessita la definizione di principi capaci di mitigare l'effetto sommatoria tra imposizione statale e locale particolarmente gravosa sui redditi bassi e medi”. Conclude il segretario generale della Cisl: ”Considerata, infine, la delicatezza della materia e le implicazioni sulla vita dei lavoratori e pensionati, sollecitiamo il Governo, così come in occasione dell'approvazione della delega fiscale, a un maggior confronto sulla materia coinvolgendo le parti sociali fin dalla predisposizione del prossimo decreto in agenda sulla riforma della riscossione”.
Giampiero Guadagni