Resta il fatto che, secondo le proiezioni dell’Ocse, l’Italia è il Paese che ha registrato il calo dei salari reali più forte tra le principali economie Ocse. Alla fine del 2022, i salari reali erano calati del 7,5% rispetto al periodo precedente la pandemia. Secondo l’Ocse, in Italia i salari nominali aumenteranno del 3,7% nel 2023 e del 3,5% nel 2024, mentre l'inflazione dovrebbe attestarsi al 6,4% nel 2023 e al 3% nel 2024. In Italia, i salari fissati dai contratti collettivi sono diminuiti in termini reali di oltre il 6% nel 2022. Si tratta di un calo particolarmente significativo se si considera che, a differenza di altri paesi, la contrattazione collettiva copre, in teoria, tutti i lavoratori dipendenti. L'indicizzazione dei contratti collettivi alle previsioni Istat dell'inflazione al netto dei beni energetici importati, recentemente riviste significativamente al rialzo, fa pensare che i minimi tabellari potranno recuperare parte del terreno perduto nei prossimi trimestri. Tuttavia, i significativi ritardi nel rinnovo dei contratti collettivi (oltre il 50% dei lavoratori è coperto da un contratto scaduto da oltre due anni) rischiano di prolungare la perdita di potere d'acquisto per molti lavoratori.
Sempre in base ai dati dell’Ocse, a maggio 2023 il tasso di disoccupazione in Italia è sceso al 7,6%, due punti percentuali in meno rispetto a prima del Covid-19, ma ancora significativamente sopra la media Ocse del 4,8%. Anche l'occupazione totale è aumentata nell'ultimo anno, con un incremento dell'1,7% a maggio 2023 rispetto a maggio 2022. Tuttavia, il tasso di occupazione italiano rimane ben al di sotto della media Ocse (61% contro 69,9% nel primo trimestre 2023). Nei prossimi due anni il mercato del lavoro rimarrà sostanzialmente stabile, con una crescita dell'occupazione totale inferiore all'1% sia nel 2023 che nel 2024. Le politiche attive del mercato del lavoro sono un pilastro fondamentale del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Se l'obiettivo iniziale di numero di persone in cerca di lavoro da prendere in carico è stato raggiunto, è ora essenziale garantire un sostegno effettivo ed adeguato in tutte le regioni e rafforzare la verifica dei percorsi formativi realizzati.
Dinanzi alle sfide poste dall'Intelligenza Artificiale, l’Ocse sottolinea infine la necessità di investire in competenze: ”L’Italia spende poco per la formazione professionale. Speriamo che con il Pnrr si trovino le risorse per fare un salto di qualità e di quantità”.
Intanto via libera da parte dei Ministri della cabina di regia alle modifiche a 10 obiettivi (su 27) relativi alla quarta rata da 16 miliardi del Pnrr. Lo ha riferito il Ministro per gli affari europei, il Sud, la coesione territoriale e il Pnrr, Raffaele Fitto, nella conferenza stampa al termine della riunione della cabina di regia a Palazzo Chigi, durata poco più di mezz'ora. Dopo le modifiche concordate ”chiederemo il pagamento integrale della quarta rata, senza decurtazioni”.
Il mancato completamento di tutti i 27 obiettivi previsti al 30 giugno 2023 mette in pericolo 16 miliardi di euro, una cifra importante che naturalmente sarebbe un grave errore perdere.
Lunedì il commissario Ue agli Affari economici Gentiloni aveva precisato che ”la Commissione non procederà mai a un esborso se non saranno raggiunti gli obiettivi. Per questo nello specifico la valutazione richiede tanto tempo: la terza richiesta è stata presentata alla fine dell'anno scorso e quindi i tempi sono molto più lunghi, sei mesi rispetto ai due ordinari. Comunque stiamo facendo questa valutazione molto approfondita, le autorità italiane stanno lavorando e penso che l'esercizio si concluderà tra breve”. Ad oggi la Commissione ha ricevuto 30 richieste di pagamento, 14 piani modificati e 10 capitoli RepowerEu. L'importo totale delle erogazioni ammonta ora a 153,4 miliardi di euro.
Fitto sottolinea: ”Al momento tre Paesi hanno chiesto il pagamento della terza rata, Spagna, Italia e Grecia, e nessuno ha chiesto la quarta”. E ”ad oggi nessun Paese ha chiesto il pagamento della quarta rata”. Dunque ”se tutto andrà come previsto saremo l'unico Paese a chiedere il pagamento della quarta rata. Il concetto di ritardo è molto opinabile”. Il MInistro ”regista”del Pnrr fa sapere che sarà in Parlamento il 18 per la relazione semestrale: ”Mi farebbe piacere ascoltare in Parlamento qualche elemento specifico relativo al ritardo e in capo a chi è questo ritardo”.
Le opposizioni vanno comunque all'attacco del Governo in apertura di seduta alla Camera dove è all'esame la legge delega sul fisco. Con una differenza però: mentre i Cinque stelle puntano sul tema giustizia, Pd e Alleanza Verdi e Sinistra si concentrano sul Pnrr. Tutti però chiedono che sia la premier Giorgia Meloni a riferire in Parlamento.
Giampiero Guadagni