Prosegue la fase di rallentamento dell'economia internazionale caratterizzata dalle forti pressioni inflazionistiche e dal cambio di intonazione delle politiche economiche. A marzo, si è registrata una stabilizzazione della produzione industriale che ha segnato nel primo trimestre un calo congiunturale dello 0,9% (e un aumento dell’1,3% su base tendenziale). Nel primo trimestre 2022 il Pil è diminuito dello 0,2% rispetto al trimestre precedente.
Quanto al mercato del lavoro a marzo ha mostrato un deciso miglioramento, con un incremento dell’occupazione e una riduzione della disoccupazione e dell’inattività. L’ulteriore aumento congiunturale dell’occupazione (+0,4%, pari a +81 mila unità), trainato dalla componente femminile (+0,9%, pari a +85 mila unità), è avvenuto in presenza di una riduzione del numero di disoccupati (-2,3%, -48 mila) e di inattivi (-0,6%, -72 mila) Ad aprile, l’inflazione ha segnato una prima decelerazione, interrompendo la fase di progressivi aumenti in corso da nove mesi. Il differenziale inflazionistico con l'area euro si è ampliato a favore dell'Italia. In base alla stima preliminare, ad aprile la variazione tendenziale dell'indice per l'intera collettività è risultata pari a +6,2% (+6,5% il mese precedente) e l'inflazione acquisita per il 2022 è aumentata solo di un decimo di punto rispetto al mese precedente (5,3%) A febbraio, il settore delle costruzioni ha registrato per il settimo mese consecutivo un incremento della produzione (+3,9% la variazione congiunturale) che è salita ai livelli più alti da dicembre 2011. Su base trimestrale l'aumento dell'indice è stato ancora più robusto (+5,8% tra dicembre 2021 e febbraio 2022 rispetto ai tre mesi precedenti). L'aumento ha riguardato sia il numero di abitazioni (+0,9%) sia la superficie utile abitabile (+1,6%). La superficie dei fabbricati non residenziali ha mostrato, invece, un marcato rallentamento congiunturale (-20,3%), bilanciando l'espansione evidenziata nei tre mesi precedenti.
Intanto Bankitalia fa sapere: nel mese di marzo i tassi di interesse sui prestiti erogati alle famiglie per l'acquisto di abitazioni comprensivi delle spese accessorie si sono collocati al 2,01 per cento contro l'1,85 di febbraio. I tassi sui mutui sono sui massimi da più di due anni e mezzo. A marzo i prestiti al settore privato sono cresciuti del 2,5 % sui dodici mesi (2% nel mese precedente). I prestiti alle famiglie sono aumentati del 4% sui dodici mesi (3,8 nel mese precedente) e quelli alle società non finanziarie dell'1,3% (contro l'1,2% nel mese precedente).
Secondo i primi calcoli, una famiglia che accende oggi un mutuo a tasso fisso a 30 anni da 100 mila euro spende complessivamente circa 8.812 euro in più rispetto allo stesso prestito acceso a inizio gennaio 2022, solo per il costo maggiore delle rate e senza considerare le altre spese come perizie, spese di pratica e costi bancari.
Giampiero Guadagni