Un grande piano di rilancio dell'economia, con strumenti ad ampio impatto con cui trasformare l'emergenza in un’occasione di crescita ed evitare che il Coronavirus finisca con il mietere vittime sociali. Partirà da qui il ragionamento che i leader di Cgil Cisl e Uil esporranno al premier Conte, nel corso dell'incontro di mercoledì a Palazzo Chigi che raccoglie la richiesta pressante che i sindacati stessi avevano avanzato al governo in questi giorni di emergenza virus. Una sorta di nuovo ”piano Marshall”, dunque, che trascini il paese fuori dalle secche di una nuova e più pericolosa recessione. Richieste girate lunedì anche al segretario del Pd, Nicola Zingaretti. Sottolinea la segretaria generale della Cisl Furlan: ”Bisogna rafforzare il sistema sanitario e allo stesso tempo gli investimenti per rilanciare la crescita. L'Europa deve stanziare risorse adeguate, bisogna sbloccare le infrastrutture e far partire i cantieri, visto che ci sono 100 miliardi di risorse bloccate, e dare sostegno alle imprese e al reddito di tutti i lavoratori che dovessero averne bisogno”.
Per il leader della Cgil Landini ”parti sociali e governo devono mettersi attorno a un tavolo per un grande piano che rilanci il lavoro di qualità, gli investimenti pubblici e privati, la formazione e la ricerca, e aprire una discussione con l'Europa sullo scomputo dal deficit degli investimenti e delle spese necessarie per affrontare questa situazione eccezionale, che colpisce ovunque ma, per ora, l'Italia in modo pesante”.
Ai sindacati infatti i provvedimenti urgenti per le zone rosse, adottati ieri dal Consiglio dei ministri appaiono insufficienti. Anzi, rincara la dose il segretario generale aggiunto della Cisl Sbarra, il provvedimento appare ”ancora troppo debole per intensità e portata”, anche se ”è da apprezzare che il Governo abbia risposto in tempi rapidi al bisogno di attivare strumenti di sostegno e ammortizzatori per i lavoratori e le aziende costretti a sospendere l'attività nelle aree più direttamente coinvolte dal coronavirus”. Quello che non basta però sono le risorse, insufficienti ripete ancora Sbarra, e l'estensione degli ammortizzatori sociali limitata alle zone rosse. ”E' ancora più preoccupante la limitazione del suo raggio geografico d'azione: come se l'impatto economico dell'epidemia possa essere circoscritto alle sole zone rosse”, spiega il numero due della Cisl. Occorre per questo, aggiunge Sbarra intervenire "con strumenti ad spettro ampio che includano tutti i lavoratori, anche delle piccole e microimprese". Diversamente il rischio "effetto domino" su tutto il Paese è dietro l'angolo. Quello che serve dunque, "è un'idea di rilancio complessivo del Paese. Che affronti anche alcune questioni aperte ma dentro un massiccio rilancio degli investimenti trasformando l'emergenza coronavirus in un'occasione per dare una scossa al Paese e far ripartire tutte le attività, dall'industria al turismo, dalla scuola alla conoscenza e formazione", ribadisce Landini.
Il tutto però coordinato da una Cabina di regia che eviti "vittime sociali", come rimarca il leader Uil Barbagallo, per il quale ”serve una omogeneità di interventi a tutela di tutti i lavoratori”. Quello che si delinea come un possibile nuovo Piano Marshall non deve oscurare però, ammoniscono in coro Cgil, Cisl e Uil, due grandi dossier: la riforma del fisco e quella delle pensioni su cui al momento è in corso un confronto con il governo.