Arriva poi una piena indicizzazione delle pensioni che manda in pensione il meccanismo di sterilizzazione che era in vigore e non c'è più e che per le minime conferma l'incremento fissato per il 2023 e il 2024 che ha portato all'inizio di quest'anno questi assegni a 614,77 euro e andando oltre l'inflazione ( l'acquisita per l'anno era all'1% a settembre). Possibile anche che si arrivi a 630 euro ma potrebbero esserci delle limitazioni sull'età come avvenuto nel 2023. Dovrebbero inoltre esserci agevolazioni fiscali per chi resta al lavoro pur avendo i requisiti per Quota 103 chiedendo di avere versati in busta paga i contributi a carico del lavoratore.
Le misure sulle pensioni, secondo quanto si legge nel Dpb, dovrebbero costare lo 0,022% del Pil, circa 460 milioni, nel 2025 e lo 0,018% nel 2026. Per Quota 103 le risorse saranno minime dato che le richieste per l'accesso alla pensione con la misura che prevede l'uscita dal lavoro con 62 anni di età e 41 di contributi sono crollate con l'introduzione del calcolo totalmente contributivo per l'assegno. Un ulteriore freno a questa scelta è legato al tetto per l'assegno fissato sulle quattro volte il trattamento minimo di quest'anno (2.394 euro lordi al mese) che si può percepire fino all'arrivo all'età di vecchiaia. Inoltre la scelta è sempre meno conveniente perché con l'allungamento delle finestre deciso l'anno scorso (da tre a sette mesi per il privato, da sette a nove per il pubblico) di fatto la differenza sui tempi diventa minima, soprattutto per le donne rispetto all'uscita con la pensione anticipata indipendente dall'età. Più costoso dovrebbe essere invece l'intervento sulle pensioni minime se non si introdurrà un limite come quello dell'età perché si tratta di quasi 1,8 milioni di assegni.
Commenta il segretario generale della Fnp Cisl Dodonè: ”Accogliamo con favore quanto annunciato dal ministro Giorgetti in merito alla manovra 2025 che accoglierebbe le reiterate richieste avanzate dalla Fnp e dalla Cisl, in particolar modo su ciò che riguarda la rivalutazione delle pensioni e lo stop al meccanismo di sterilizzazione”. Aggiunge Didonè: ”Ovviamente attendiamo la conferma di quanto anticipato dal ministro Giorgetti sulla rivalutazione piena delle pensioni e rivalutazione delle minime; ma se quanto detto trovasse conferma nelle misure finali del Governo ciò sarebbe un riconoscimento di quanto richiesto e portato avanti con tenacia e determinazione dalla Cisl e dalla Fnp nel proteggere i diritti dei pensionati e nel salvaguardare la loro condizione, soprattutto per ciò che attiene alla perequazione dei loro trattamenti pensionistici, contribuendo in tal modo a difendere il potere d'acquisto delle pensioni diminuito in maniera evidente a causa dell'inflazione e dei blocchi dell'indicizzazione di questi anni”.
Giampiero Guadagni