Venerdì 22 novembre 2024, ore 18:30

Lavoro 

Occupati, nel 2020 calo senza precedenti 

Nel 2020 il mercato del lavoro, per effetto della pandemia, mostra un calo dell’occupazione senza precedenti (-456 mila, -2%), che segue la crescita ininterrotta dei precedenti sei anni, seppur rallentata a partire dal 2017. Contestualmente, l’Istat registra una forte diminuzione della disoccupazione (-271 mila, -10,5%) e un intenso aumento degli inattivi di 15-64 anni (+567 mila, +4,3%). La diminuzione delle posizioni dipendenti (-1,7%) e del monte ore lavorate (-13,6%), così come l’aumento del ricorso alla Cig (+139,4 ore ogni mille lavorate), sono più marcati nel comparto dei servizi rispetto a quello dell’industria. Il tasso di occupazione, che nel 2018 e 2019 ha raggiunto il massimo storico, scende al 58,1% (-1,0 punti percentuali rispetto al 2019) e torna ai livelli del 2017; in calo anche il tasso di disoccupazione che si porta al 9,2% (-0,8 punti in un anno), mentre quello di inattività sale al 35,9% (+1,6 punti). Il calo dell’occupazione coinvolge soprattutto i dipendenti a termine (-391 mila, -12,8%) e, in minor misura, gli indipendenti (-154 mila, -2,9%); il lavoro dipendente a tempo indeterminato mostra invece una crescita (+89 mila, +0,6%).La diminuzione investe il lavoro a tempo pieno (-251 mila, -1,3%)e, soprattutto, il part time (-205 mila, -4,6%); la quota di part time involontario, inoltre, sale al 64,6% (+0,4 punti) dell’occupazione a tempo parziale (la quota calcolata sul totale degli occupati scende all’11,9%, -0,3 punti, per effetto del più forte calo dei lavoratori part time).
La diminuzione dei disoccupati, che riguarda anche quelli di breve durata, coinvolge in particolare coloro che cercano lavoro da almeno 12 mesi (-254 mila, -17,6%), la cui incidenza sul totale dei disoccupati scende al 51,5% (-4,4 punti). Il calo della disoccupazione, a differenza di quanto avvenuto negli anni precedenti, è legato al venir meno delle condizioni per essere classificati come disoccupati durante l’emergenza sanitaria(l’aver cioè cercato attivamente lavoro ed essere subito disponibili a iniziarne uno) e ha determinato l’aumento dell’inattività. Dopo sei anni di calo, infatti, nel 2020 il numero di inattivi aumenta di 567 mila (+4,3% in un anno). La crescita interessa sia le forze di lavoro potenziali (+217 mila, +7,4%) sia quanti non cercano e non sono disponibili a lavorare (+350 mila, +3,4%). Tra i motivi della mancata ricerca di lavoro, dopo cinque anni di calo, torna a crescere lo scoraggiamento (+2,1%) e aumentano i motivi di studio, il pensionamento ma soprattutto gli altri motivi (+35,6%), che nella maggior parte dei casi sono legati alla pandemia. In media annuale si ampliano i divari di genere. Il calo dell’occupazione è stato maggiore tra le donne: -249 mila occupate (-2,5% rispetto a -1,5% tra gli uomini) e -1,1 punti nel tasso di occupazione (-0,8 punti tra gli uomini). Tra le donne la disoccupazione è scesa di più, -140 mila disoccupate (-11,4%contro -9,7% degli uomini) e -0,9 punti nel tasso (-0,7 punti perla componente maschile), e il tasso di inattività è maggiormente aumentato (+1,8 punti in confronto a +1,4 punti tra i maschi),nonostante il numero di inattivi sia aumentato di più tra gli uomini (+5,4% contro 3,7%).
Intanto il ministro del Lavoro Orlando torna sulla proroga del blocco dei licenziamenti: ”Per le imprese che hanno già degli ammortizzatori sociali durerà fino a giugno; per i lavoratori che invece non hanno alcuno strumento in questa fase sarà portato fino alla riforma degli ammortizzatori sociali, che in autunno dovrebbe essere pronta” .
Giampiero Guadagni

( 12 marzo 2021 )

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