Il contratto dei navigator, tutti laureati e con una media di 35 anni, ha già avuto due proroghe. Orlando ha ribadito l’intenzione di confermare la linea di non disperdere un patrimonio di competenze che in questo tempo si è creato”. È un problema che riguarda tutto il Governo - ha detto il leader della Uil Bombardieri - Ci sono le risorse per trovare una soluzione ma non c’è ancora una risposta su chi paga. I ragazzi presidieranno i punti dove si deciderà. Il Primo maggio rischiamo di parlare di lavoro con quasi 2 mila persone che vanno a casa”. Aggiunge la segretaria confederale della Cgil Scacchetti: ”Apprezziamo lo sforzo del ministro Orlando per trovare una soluzione di continuità lavorativa per i 1.874 navigator restanti, ma le risposte sono state parziali e insoddisfacenti. Lavoreremo per garantire a tutti i navigator la continuità lavorativa”. Per la Cisl, sottolinea il segretario confederale Cucciello, ”è singolare che a dieci giorni dalla scadenza del contratto si registri un disallineamento di procedure da adottare per tutelare i lavoratori tra ministero del Lavoro e ministero della Funzione pubblica”. Sulla steesa linea Felsa Cisl, Nidil Cgil e UilTemp.
La vicenda dei navigator è complessa e si intreccia con quella del reddito di cittadinanza e con la ancora troppo deboli politiche attive.
Sono già state concesse due proroghe, l’ultima lo scorso dicembre (la precedente ad aprile 2021), per i lavoratori assunti nell’estate 2019 da Anpal servizi con un contratto di collaborazione che, tra retribuzione tabellare e rimborsi forfettari si aggira sui 30 mila euro lordi annui. Sono in prevalenza giovani (35 anni in media), tutti laureati e tutti hanno superato un test selettivo. Nel frattempo da 2.980 i navigator sono scesi a meno di 1.900: in molti si sono candidati ai bandi delle regioni per i posti a tempo indeterminato presso gli stessi Cpi dove hanno operato in precedenza da precari.
Le regioni sin dal principio non hanno visto di buon occhio l’ingresso nei centri per l'impiego regionali dei navigator, collaboratori di un’altra amministrazione (la società in house di Anpal), a fianco dei propri dipendenti nella presa in carico dei percettori del reddito di cittadinanza ”occupabili”. I risultati, in termini di offerta di posti di lavoro, per i percettori del reddito di cittadinanza sono stati deludenti, ma non certo per colpa dei soli navigator. Il sistema di politiche attive del lavoro nel complesso finora non ha funzionato, sia pure con qualche positiva eccezione: tra i limiti, la mancanza di dialogo tra le banche dati delle diverse amministrazioni coinvolte, i dipendenti dei centri per l’impiego in larga prevalenza adibiti a compiti burocratico-amministrativi e non formati per favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, gli organici sottodimensionati.
Entro fine anno i Centri per l’impiego devono prendere in carico una platea di percettori del programma nazionale di politiche attive Gol (Garanzia occupabilità dei lavoratori) finanziato con 4,4 miliardi del Pnrr (e 500 milioni di React Eu).
Giampiero Guadagni