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Rapporto Svimez

Mezzogiorno in ripresa ma al rallentatore

Il Sud Italia soffre ormai di un ritardo cronico, dal punto di vista economico e sociale, rispetto al resto del Paese. A certificarlo è il Rapporto 2018 della Svimez su ”L’economia e la società del Mezzogiorno” che, stima per l’anno in corso una crescita del Pil del Mezzogiorno dello 0,8% a fronte di una crescita dell’1,3% del Centro-Nord. Nel Rapporto, viene sottolineato che ”nel corso dell’anno gli investimenti, che sono la componente più dinamica della domanda, crescono in entrambe le aree, ma in maniera più marcata al Nord: +3,8 nel Sud, +6,2% nel Centro-Nord”. Ma, si legge ancora nel report, ”è soprattutto la riduzione dei consumi totali, che crescono nel Mezzogiorno dello 0,5% e al Centro Nord dello 0,8%, ad incidere maggiormente sul rallentamento meridionale”. Anche sul fronte occupazione il Mezzogiorno registra una ripresa, ma ancora debole e a ”tempo ridotto”. Al Sud, fa notare la Svimez, nel 2017 gli occupati sono aumentati di 71 mila unità, +1,2%, mentre al Centro-Nord la crescita è stata di 194 mila unità. Quasi il triplo. E al Sud è molto elevata l’incidenza del part time involontario, che si attesta negli ultimi anni attorno all’80%, contro il 55% del Centro-Nord. ”Dati preoccupanti”, per il sindacato. Numeri che, insieme a quelli dell’Istat e della Commissione Europea, fa notare il segretario generale aggiunto della Cisl, Luigi Sbarra, ”parlano di un Sud in grande affanno, di un nuovo stallo dei consumi e di un rapporto deficit/Pil destinato a toccare la cifra del 3%. Tutti nodi - aggiunge - che appartengono alla stessa questione di fondo: uno sviluppo fermo, zavorrato da investimenti pubblici insufficienti e da inadeguate strategie di rilancio occupazionale, coesione sociale, e convergenza territoriale”. La svolta, per Sbarra, ”deve arrivare in Manovra, altrimenti il Mezzogiorno e il Paese rischiano di finire sull’orlo del baratro”. ”Serve uno scatto in Legge di Bilancio - spiega - con un impulso su strategie industriali e infrastrutturali, nel rilancio di ricerca e innovazione, nell’investimento su Scuola, competenze, pubblica amministrazione, mercato del lavoro”. Secondo Sbarra, inoltre, occorre ”un segnale di unità sociale verso politiche espansive”. Per questo bisogna partire dai più deboli: ”spezzare le diseconomie che frenano il Mezzogiorno”, onorare i rinnovi dei contratti pubblici, alleggerire il carico fiscale sui redditi medio-bassi, includere nel mercato del lavoro milioni di giovani e donne, e ”aprire il confronto con le Parti Sociali su previdenza e pensioni”. Insomma, conclude Sbarra, ”bisogna recuperare una visione di coesione nazionale”, che ancora manca in Manovra e avviare ”una fase nuova di reale cooperazione, con le forze sociali”.

( 8 novembre 2018 )

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