Venerdì 22 novembre 2024, ore 17:41

Industria 

Metalmeccanico, ritorno ai livelli pre-covid 

Significativi segnali di miglioramento per il settore metalmeccanico nella prima metà dell'anno, in linea con i progressi realizzati a partire dal mese di giugno dello scorso anno. In particolare, nei mesi più recenti, si sono recuperati integralmente i volumi di produzione che si realizzavano prima dello scoppio della pandemia. E' la fotografia scattata da Federmeccanica nell'indagine congiunturale sull'industria metalmeccanica italiana.
Nel trimestre aprile-giugno del 2021, infatti, l'attività produttiva metalmeccanica è migliorata del 2,1% rispetto al trimestre precedente dopo il +1,3% segnato nel primo; in termini tendenziali la crescita è stata pari al 47%, ma in questo caso il confronto risente dei bassi livelli di produzione del mese di aprile 2020 caratterizzato da una diffusa interruzione delle attività produttive metalmeccaniche quale conseguenza del lockdown. Nel confronto tra i livelli di produzione del secondo trimestre dell'anno in corso e quelli che si realizzavano immediatamente prima dello scoppio della pandemia (gennaio-febbraio 2020) si registra un progresso di circa 1 punto e mezzo percentuale.
Quanto alle prospettive a breve, i risultati dell'indagine congiunturale Federmeccanica prospettano ulteriori recuperi dell'attività produttiva anche se permane un clima d'incertezza strettamente connesso all'evoluzione della pandemia e alla dinamica dei prezzi delle materie prime e alla loro disponibilità sul mercato. Il 47% delle imprese intervistate dichiara, infatti, un portafoglio ordini in miglioramento. Il 35% prevede incrementi di produzione. Il 26% ritiene di dover aumentare, nel corso dei prossimi sei mesi, gli attuali livelli occupazionali rispetto al 7% che ritiene invece di doverli diminuire.
Il miglioramento osservato per l'industria metalmeccanica è risultato, inoltre, diffuso a tutte le attività dell'aggregato pur in presenza di tassi di crescita fortemente differenziati.
Nel confronto interno alla Ue, a giugno i volumi di produzione metalmeccanica in Italia sono stati pari al 102,1% rispetto a quelli pre-Covid (gennaio 2020), in Germania si sono attestati all'89,8%, in Francia all'88,2% e in Spagna al 94,3%.
Sui buoni risultati acquisiti ha influito il miglioramento della domanda interna e la ripresa del commercio mondiale. Conformemente al miglioramento dell'attività produttiva si è registrato un significativo minor ricorso all'istituto della cig ed anche un'inversione delle tendenze negative delle dinamiche occupazionali nelle imprese metalmeccaniche con oltre 500 dipendenti. Nel mese di giugno, infatti, i livelli occupazionali nelle grandi imprese del settore sono aumentate dell'1,2% rispetto al mese di dicembre 2020.
Allarme per l’impatto della dinamica dei prezzi delle materie prime sull'attività aziendale e la loro disponibilità sul mercato. La gran parte delle imprese (93%) ha risentito del rincaro dei prezzi dei metalli e dei semilavorati in metallo utilizzati nei processi produttivi rispetto al precedente 84%. Tale situazione potrebbe determinare un'interruzione dell'attività produttiva nel 21% delle intervistate rispetto al precedente 14%. Il 64% delle imprese intervistate ritiene, inoltre, che la tendenza rialzista dei prezzi potrebbe durare anche nei prossimi mesi.
Il settore metalmeccanico/meccatronico rappresenta l'8% del Pil nazionale, il 50% delle esportazioni e contribuisce per più del 40% alla creazione del valore aggiunto dell'Industria italiana.
Proprio ieri Federmeccanica ha compiuto 50 anni. Oggi rappresenta più di 12 mila imprese dalle più piccole alle più grandi, all'interno di 7 divisioni, 40 gruppi, 83 classi e 105 categorie. In occasione dei 50 anni l’associazione è stato lanciato il progetto ”Competere”, per il lavoro e le imprese nel post Covid, presentato dal presidente Visentin, dal vicepresidente alla Cultura d'Impresa e Comunicazione Andreis e dal direttore generale Franchi.
Commenta il segretario generale della Fim Cisl Benaglia: “Progetto Competere è certamente di un contributo utile allo sviluppo di relazioni sindacali partecipative come la Fim persegue da tempo. La robusta ripresa produttiva, che deve essere usata per modernizzare ulteriormente le relazioni sindacali nel settore, intrecciando nuove occasioni di confronto tra le parti. Il “Progetto Competere” avanza proposte in tema di politiche per il lavoro che cambia, di riqualificazione delle competenze, di centralità della persona che costituiscono un terreno comune di lavoro”. Ora, prosegue Benaglia, ”dobbiamo trovare nuove occasioni di confronto che producano soluzioni condivise con il sindacato, a partire dalla gestione attiva e innovativa dei contenuti del recente rinnovo contrattuale fino ad arrivare alla indispensabile estensione della contrattazione aziendale, che va promossa di più anche in nome di questi obiettivi”.
Giampiero Guadagni

( 15 settembre 2021 )

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