Durissime le polemiche incrociate al momento delle dichiarazioni di voto. Voto è arrivato subito dopo il via libera della Commissione Bilancio di Montecitorio al parere contrario della capogruppo di Fratelli d’Italia in Commissione, Ylenia Lucaselli, alla proposta di legge di ratifica ed esecuzione dell'Accordo recante modifica del Trattato che istituisce il Meccanismo europeo di stabilità.
Nella versione definitiva si conferma che la proposta di legge è ”carente di meccanismi idonei a garantire il coinvolgimento del Parlamento nel procedimento per la richiesta di attivazione del Meccanismo europeo di stabilità, con ciò escludendo le Camere da procedure di significativo rilievo sul piano delle scelte di politica economica e finanziaria”. Tale esclusione ”potrebbe incidere sulla possibilità per il Parlamento di monitorare in modo adeguato eventuali effetti indiretti della ratifica del Trattato, considerando che la mera richiesta di versamento di ulteriori quote di capitale”, ai sensi dell'articolo 9 del trattato istitutivo del Mes, ”si prospetta come cogente rispetto ad ogni impegno di finanza pubblica, determinando intuibili effetti a carico della finanza pubblica”".
Il Governo, che si era rimesso al Parlamento, prende atto del voto dell'Aula di Montecitorio. Una scelta che, viene sottolineato a Palazzo Chigi, ”può essere l'occasione per avviare una riflessione in sede europea su nuove ed eventuali modifiche al trattato, più utili all'intera Eurozona”. Il nuovo Mes, viene poi sottolineato, ”prevede un'integrazione di relativo interesse e attualità per l'Italia, visto che come elemento principale prevede l'estensione di salvaguardie a banche sistemiche in difficoltà, in un contesto che vede il sistema bancario italiano tra i più solidi in Europa e in Occidente. In ogni caso, il Mes è in piena funzione nella sua configurazione originaria, ossia di sostegno agli Stati membri in difficoltà finanziaria”.
Il Mes è stato creato nel 2012 per aiutare i Paesi che adottano l’euro (oggi sono 20) nel caso di crisi economica. Per questo motivo il Mes è noto anche con il nome di “Fondo Salva-Stati”. All’inizio del 2021 i Paesi dell’area euro hanno firmato un accordo per riformare il trattato con cui è stato istituito il Mes, introducendo alcune novità sugli strumenti che il Mes può aiutare per supportare gli Stati in difficoltà.Per entrare in vigore, la riforma del trattato del Mes deve essere ratificata da tutti i Parlamenti nazionali dei suoi Paesi membri. A oggi l’Italia è l’unico membro del Mes a non aver ratificato la riforma.
In base al regolamento della Camera, dovranno passare almeno sei mesi prima che possa essere esaminata una nuova proposta di legge per ratificare la riforma del Mes identica nella sostanza a quella bocciata. Salvo sorprese, quindi, la ratifica potrà tornare in aula dopo le elezioni europee, in programma a giugno 2024. Il dispositivo votato giovedì potrebbe essere ripresentato con significative modifiche. Potrebbe ad esempio essere introdotta la clausola messa dalla Germania in base alla quale per accedere al Mes occorre un voto a maggioranza qualificata.
Giampiero Guadagni