Quanto al quadro economico generale, l’Istat fa sapere che nel terzo trimestre il pil italiano ha segnato, in base alla stima preliminare, un incremento dello 0,5%, più accentuato della media dell'area euro. La variazione acquisita per il 2022 è pari a +3,9%. Il miglioramento dell'attività economica è stato sostenuto dal recupero del valore aggiunto del settore dei servizi, in particolare nei settori del commercio, alberghi e pubblici esercizi, e di quello dei trasporti (che rappresentano oltre il 20% del Pil).
All'interno di uno scenario dominato da una generalizzata riduzione della fiducia dei consumatori, che a ottobre ha mostrato un ulteriore deciso peggioramento dei giudizi sulla situazione economica delle famiglie e delle imprese, l’evoluzione del mercato del lavoro è caratterizzata da ”un’ampia incertezza”. A ottobre, rileva l’Istat, si sono mantenuti su livelli significativamente sfavorevoli le attese delle famiglie sull'occupazione mentre quelle delle imprese hanno oscillato sui livelli minimi del mese precedente, mostrando comunque un contenuto miglioramento tra le imprese manifatturiere e delle costruzioni. Nell'ultimo mese, la crescita degli occupati è avvenuta soprattutto tra i dipendenti permanenti (+0,5%) rispetto a quelli a termine (-0,6%). L'andamento di quest’ultimo segmento ”appare anticipata dall'evoluzione del fatturato delle imprese che svolgono attività di ricerca, selezione, fornitura di personale. La decelerazione di entrambi gli aggregati, che solitamente sono pro-ciclici, potrebbe costituire un ulteriore segnale di debolezza dell'attività economica nei prossimi mesi”.
A settembre, il mercato del lavoro è stato caratterizzato da una ripresa del tasso di attività che si è riflessa interamente sul tasso di occupazione (60,2% da 60,0%) mentre il tasso di disoccupazione è rimasto sui livelli del mese precedente (7,9%). L’aumento dell’occupazione (+0,2% rispetto ad agosto, +46 mila unità) ha interrotto la fase di riduzione dei due mesi precedenti.
Mercoledì pomeriggio, intanto, Camera e Senato hanno approvato lo scostamento di bilancio e la Nota di aggiornamento al Def. Si tratta del primo provvedimento che il governo Meloni ha sottoposto all'esame del Parlamento. E le opposizioni hanno risposto votando a favore, in entrambi i due rami, della risoluzione sul piano di rientro dal deficit, per la cui approvazione era richiesta la maggioranza assoluta. Le forze di minoranza, poi, sono tornate a dividersi sulla Nadef: Pd e M5s hanno votato contro, mentre il Terzo polo si è astenuto. Verdi e Sinistra hanno invece votato no su entrambi i documenti.
Prima dell'esame in Aula, il ministro dell’Economia Giorgetti è stato sentito in audizione dalle commissioni Speciali di Camera e Senato. Il titolare del Mef ha confermato la linea del ”realismo, che contraddistingue l'approccio adottato dal Governo” e che ”comporta un attento monitoraggio dell'evoluzione complessiva del quadro nazionale e internazionale, che consente di intervenire tempestivamente laddove ve ne fosse la necessità per fronteggiare i possibili rischi di recessione che potrebbero toccare anche l'Italia”. Dunque, ha aggiunto Giorgetti, "viene confermato un orientamento di politica fiscale selettivo, con priorità ben definite in un quadro di prudenza volto a favorire la discesa del debito, che dipenderà anzitutto da una crescita economica più sostenuta, obiettivo dell'azione del Governo anche attraverso lo strumento del Pnrr”. Parole che non hanno convinto le opposizioni. Osserva ad esempio l’economista Pd Cottarelli: ””La Nadef e' largamente incompleta. Non dice, infatti, quasi nulla sulle politiche di spesa nel prossimo triennio. Il tema viene affrontato in termini generici, un'interpretazione riduttiva, con omissioni rilevanti su fronti importanti come quello della crescita e l'uguaglianza” .
Giampiero Guadagni