Il Documento tratteggia uno scenario macroeconomico complesso, caratterizzato dal conflitto in corso in Ucraina, dalla politica monetaria aggressiva delle banche centrali e da nuovi possibili shock energetici. Un contesto di cui tiene conto la legge di bilancio appena varata ispirata, come ripete spesso il ministro dell'Economia Giorgetti, a principi di prudenza.
Alla voce ”revisione e rimodulazione della spesa” vengono fissati i tagli: lo 0,088% del Pil per il 2024, pari a oltre 1,8 miliardi; che scendono a circa 1,4 miliardi nel 2025, per poi risalire a oltre 6,5 miliardi nel 2026, anno in cui la Nadef prevede una correzione di 0,2 punti percentuali per riportare il deficit sotto il 3%. La manovra per il triennio 2024-2026 ”continuerà ad essere orientata a principi di prudenza”, cercando il giusto equilibrio tra l’obiettivo di fornire ”sostegno all'economia nell'immediato” e quello di ”assicurare sia il rientro del deficit sotto il 3%” sia ”un percorso di riduzione credibile e duraturo del debito/Pil”.
Nel quadro dei 24 miliardi complessivi della legge di bilancio il Dpb conferma i 9,9 miliardi destinati al taglio del cuneo, ma sul fronte delle coperture apposta circa 8,4 miliardi alla generica voce ”altre entrate/coperture”, senza entrare nel dettaglio. Il Governo punta ad incassare un miliardo dalla rivalutazione dei terreni e aumento delle accise sui tabacchi, un miliardo da Fs, oltre ai 3,2 miliardi contenuti nel decreto anticipi che vengono liberati per il prossimo anno.
Sul fronte delle misure qualche nuovo dettaglio emerge scorrendo l'indice degli 82 articoli che dovrebbero comporre la legge di bilancio. All'articolo 39 figura ”l’esclusione dei titoli di stato dal calcolo Isee”: una misura che dovrebbe dare una spinta ai nuovi ”Btp people”, dopo il successo del Btp Valore che, con i 35 miliardi raccolti complessivamente nelle due emissioni di giugno e ottobre, ha sancito il ritorno dei piccoli risparmiatori sul mercato dei titoli di Stato. In arrivo anche misure di contrasto all'evasione nel settore del lavoro domestico, e modifiche alla disciplina fiscale sugli affitti brevi.
La revisione della tassazione agevolata per il rientro dei cervelli in Italia rimane invece ancora in parte in via di definizione. Per ricercatori e professori universitari dovrebbero rimanere i parametri massimi, mentre per tutti gli altri ci sarebbe un taglio. Rimane incerto però il trattamento dei lavoratori dello sport, calciatori compresi. Per il mondo del cinema, invece, si prospettano tempi duri: la manovra andrà a caccia di risorse anche attraverso la razionalizzazione dei crediti d'imposta, compreso il tax credit per il settore, la disciplina prevista dalla legge cinema e audiovisivo del 2016 che ha contribuito alla forte crescita del settore della produzione audiovisiva. Il Pd è già sul piede di guerra e denuncia l’ipotesi di un taglio di 200 milioni in due anni al fondo cinema e alle misure connesse al comparto.
Ma a preoccupare le opposizioni è soprattutto il delicato tema della sanità.
Opposizioni sul piede di guerra dopo che, con 21 voti di differenza, l'Aula della Camera ha deciso il rinvio in commissione Lavoro della proposta di legge delle opposizioni sul salario minimo, richiesta avanzata dalla maggioranza dopo il parere del Cnel.
Sul salario minimo, ricorda il leader della Cisl Sbarra, ”fino a qualche mese fa tutto il sindacato confederale italiano si esprimeva unito contro l'idea di fissare per legge una soglia di retribuzione perché si sosteneva la giustezza di assicurare al sistema contrattuale italiano il principio riconosciuto di essere autorità salariale. La Cisl è rimasta coerente su quella linea. Vogliamo affrontare il tema del salario minimo, dignitoso, trovando la soluzione attraverso la via contrattuale. Il documento approvato dal Cnel rimane in questa cornice di riferimento che è stata approvata unitariamento dal sindacato e rimane nel perimetro delle indicazioni dell'Europa”. D’altra parte ”il Cnel rimane per la Costituzione la casa delle parti sociali, il luogo ideale per costruire politiche condivise, offrire contributi a governo e parlamento sul merito e la qualità dei provvedimenti legislativi”. Aggiunge Sbarra: ”Si devono prendere i contratti leader più diffusi ed estendere i trattamenti economici complessivi alle poche realtà scoperte da Ccnl o colpite da accordi pirata. Si illude chi pensa che indicando una soglia minima in una legge si possa risolvere il tema della povertà lavorativa: se vogliamo contrastare tanta precarietà lavorativa dobbiamo contrastare gli stage, i tirocini extracurriculari, i part time involontari, le false partite Iva, le cooperative spurie, il lavoro nero e grigio”.
Intanto l'Istat fa sapere: nel 2022, la spesa media mensile per consumi delle famiglie in valori correnti è pari a 2.625 euro (+8,7% rispetto al 2021); ma la crescita in termini reali risulta pressoché nulla per effetto dell'inflazione. In termini reali, la spesa equivalente diminuisce del 2,5% per le famiglie meno abbienti, mentre per le famiglie più abbienti aumenta dell'1,8%. Permangono ampi i divari territoriali, crescono le differenze nei livelli di spesa tra le famiglie composte solamente da italiani rispetto a quelle in cui tutti i componenti sono stranieri (952 euro in più, 850 nel 2021).
Restano abbastanza stabili le spese per sanità e carburanti; aumenta la quota di chi dichiara di aver limitato la spesa alimentare e per la cura e l’igiene personale.
Giampiero Guadagni