L’ennesimo rinvio ha scatenato l’ira delle opposizioni.. Il momento della verità viene spostato in avanti nell’attesa dell'esito della delicata trattativa a Bruxelles sul nuovo Patto di Stabilità. Le due partite sono legate, nonostante la premier Meloni pochi giorni fa a Bruxelles abbia negato il link.
Di slittamento in slittamento però alla Camera è in arrivo venerdì la manovra per essere esaminata il 27. Il 28 dicembre sarà in Aula e il voto finale sarà il 29 dicembre intorno alle 19. Tempi strettissimi per chiudere la partita entro fine anno evitando lo spauracchio dell'esercizio provvisorio. Il Governo non porrà la fiducia a a Montecitorio a fronte della annunciata presentazione da parte dell'opposizione di un numero limitato di emendamenti.
Sul merito interviene il leader della Cisl Sbarra che ribadisce: ”Nonostante le limitate risorse, la manovra concentra le dotazioni finanziarie su misure di coesione, in linea con quanto rivendicato dalla Cisl ai tavoli di trattativa e nelle mobilitazioni di questi mesi”. In una intervista al quotidiano Avvenire il numero uno di Via Po osserva: ”Sono state recepite alcune nostre proposte di modifica del famigerato articolo 33, in particolare si è fatta marcia indietro sui tagli previsti per chi matura i requisiti di vecchiaia, per chi esce entro il 31 dicembre di questo anno e per i lavoratori pubblici che vengono collocati in pensione a 65 anni”. Rimane da affrontare il tema degli allungamenti delle finestre di uscita e le evidenti disparità di trattamento di aliquote e rendimenti tra le categorie pubbliche per l'accesso alla pensione anticipata. Il timore della Cisl è che tali questioni ”aprano tanto contenzioso amministrativo”. Negli emendamenti ”abbiamo conquistato anche maggiori risorse per i lavoratori delle forze dell'ordine, con circa 100 milioni per i contratti, il welfare e la previdenza complementare”.
E meroledì, concludendo il Consiglio generale della Fnp Cisl, Sbarra ha sottolineato la necessità di ”guardare avanti oltre la traiettoria della manovra, misurandoci su un pensiero lungo che orienti il cambiamento e le transizioni”. La via è la ”costruzione di un Patto sociale tra governo, regioni e corpi intermedi per mettere in priorità crescita e sviluppo, investimenti e lavoro, produttività e innovazione, riforme e politica dei redditi, attuazione del Pnrr e Mezzogiorno, coesione sociale ed evoluzione delle relazioni industriali verso un modello partecipativo”.
Sulle pensioni interviene anche la ministra del Lavoro Calderone che assicura: ”Il confronto e il dialogo certamente non lo chiudiamo con la manovra economica perché abbiamo potuto fare degli interventi che erano condizionati dalla risorse a disposizione", ma "confido che si possa invece costruire un percorso di riflessione più ampio, che è quello che stiamo facendo con tutti gli attori sociali e istituzionali". Così il ministro del Lavoro, Marina Calderone, che ricorda: ”Abbiamo assunto l'impegno nell'ambito della legislatura per arrivare a una ridefinizione del quadro pensionistico che metta insieme in modo coerente il patto tra generazioni - ha detto - guardando alle pensioni future dei giovani e anche, realisticamente, a tutte quelle condizioni in cui l'anticipazione dell'uscita dal lavoro è legata soprattutto alla gravosità delle attività svolte”.
Giampiero Guadagni