Il Cdm ha approvato il Documento programmatico di bilancio da inviare a Bruxelles. Taglio di tasse da 8 miliardi. Pensioni, le ipotesi in campo alimentano incertezza. Pnrr, tavolo permanente con le parti sociali
Un taglio delle tasse di circa 8 miliardi, come anticipo della riforma fiscale, e un fondo da un miliardo per ridurre le bollette di luce e gas. Il rifinanziamento del reddito di cittadinanza e del superbonus ma solo per i condomini e per le case popolari. Ancora incerta la soluzione per il post quota 100 oggetto di trattativa con la Lega. Il governo ha dato il via libera al Documento programmatico di bilancio, inviato a Bruxelles, l’ossatura della manovra da 23 miliardi, pari a 1,2 punti di Pil, finanziata con l’extra deficit, ovvero la differenza tra l'indebitamento a livello tendenziale che secondo le stime del governo si ridurrà al 4,4% l'anno prossimo, e l'indebitamento programmatico fissato al 5,6% del Pil.
Ecco i punti principali.
Tasse. L'intervento per ridurre il cuneo fiscale è quello che raccoglie un consenso trasversale. Per questo gli 8 miliardi messi sul tavolo dal Ministro Franco sono considerati pochi, soprattutto da Forza Italia e Italia Viva che ne vorrebbero almeno dieci. L'obiettivo sarà comunque quello di favorire il ceto medio, soprattutto chi rientra nel terzo scaglione Irpef.
Bonus. Superbonus, ecobonus al 65% e sconti al 50% per l’acquisto di mobili ed elettrodomestici green verranno rinnovati. Il Superbonus però, misura molto richiesta, dovrebbe valere soltanto per i condomini. Sparisce - per ora - il bonus per il rifacimento delle facciate. Sarà il lavoro sulla manovra a definire tutti i dettagli. Rifinanziati invece i bonus Tv e decoder: fino a 100 euro per rottamare la vecchia tv, senza limiti Isee, e 30 euro per i decoder ma per chi ha un Isee sotto i 20 mila.
Bollette. Ci sarà uno stanziamento di un miliardo per il taglio delle bollette energetiche, le risorse dovrebbero confluire in un apposito fondo che sarà creato con la manovra.
Pensioni. Punto molto sensibile per la Lega, che vuole mitigare l'impatto della fine di quota 100 ed evitare un brusco ritorno alla Fornero. In manovra potrebbe quindi essere introdotta nel 2022 ”Quota 102”, cioè un meccanismo che consentirebbe di andare in pensione con 64 anni di età e 38 di contributi (ci rientrerebbero poco meno di 50 mila persone), e nel 2023 ”Quota 104”. Questo consentirebbe di ammorbidire lo scalone della Fornero, che costringerebbe ad aspettare i 67 anni per dire addio al lavoro.
Reddito di cittadinanza. La misura bandiera del M5S sarà riconfermata, ma passerà attraverso una revisione. Ci sarà con ogni probabilità un rafforzamento dei controlli preventivi e delle procedure per ottenerlo, e un meccanismo che incentiva a tornare sul mercato del lavoro. Nel caso di rifiuto di un'offerta, infatti, verrà decurtato l'assegno con un sistema simile a quello della Naspi. Per quanto riguarda i fondi, con la legge di Bilancio dovrebbe arrivare un finanziamento aggiuntivo da circa 1 miliardo per il 2022. In totale, tra stanziamento già previsto a regime e nuovi fondi, dovrebbero esserci a disposizione circa 8,8 miliardi, la stessa cifra di quest'anno, quando i fondi sono stati a più riprese aumentati per fare fronte al maggior tiraggio della misura causa pandemia.
Ammortizzatori. La riforma degli aiuti per chi perde il lavoro è ancora in via di definizione, ma si lavora per dar loro un taglio universalistico. C'è ancora una settimana per definire tutto e superare, ad esempio, i dubbi della Lega sull'aumento delle contribuzioni da parte delle imprese più piccole. L'obiettivo è riformare ammortizzatori e politiche attive, con un percorso di formazione e reinserimento analogo per i percettori di Rdc, di Naspi o di altri ammortizzatori. Dovrebbero essere inoltre inseriti esoneri contributivi per lavoratori provenienti da imprese in crisi e rifinanziamento delle misure per l'autoimprenditorialità giovanile e femminile.
Famiglia. La manovra indirizzerà fondi anche alle famiglie, per intercettare i loro bisogni. Ad esempio, dovrebbe rendere strutturale il congedo di paternità di dieci giorni. E incentivare il lavoro femminile con una decontribuzione, in particolare per le donne che tornano al lavoro dopo la maternità. Inoltre, aumenteranno i fondi per la gratuità dei libri testo nella scuola dell'obbligo.
Imprese. Il Mise punta a rifinanziare il Fondo di garanzie per le Pmi, la Nuova Sabatini e i contratti di sviluppo e creare un fondo ad hoc per la transizione industriale.
Sanità. Il Fondo Sanitario Nazionale viene incrementato, rispetto al 2021, di 2 miliardi in ciascun anno fino al 2024. Nuove risorse sono destinate al fondo per i farmaci innovativi e alla spesa per i vaccini e farmaci per arginare la pandemia.
.Ancora una volta le partita pensioni viene giocata su un terreno scivoloso. Le ipotesi su nuove quote e pensioni a rate rischiano di alimentare confusione ed incertezza. ”L’unico modo serio di parlare di pensioni è quello di aprire un vero tavolo di confronto con il sindacato”, sottolinea il segretario confederale della Cisl Ganga, che ribadisce la posizione del sindacato di Via Po: ”Non è accettabile uno scalone con la fine di quota 100. È necessaria una flessibilità per accedere alla pensione a partire dai 62 anni di età. In ogni caso, 41 anni di contributi a prescindere dall'età dovrebbero essere più che sufficienti. Inoltre, bisogna tutelare sul piano previdenziale le donne ed i giovani, chi svolge lavori di cura e lavori usuranti. Come è necessario garantire un adeguato potere di acquisto ai pensionati e rafforzare la quattordicesima”.
Anche la Cgil chiede al Governo di cambiare strada: ”Serve una riforma vera e organica delle pensioni. Nessun lavoratore oggi può accedere alle opzioni di cui si parla, quota 102 e quota 104”, osserva il segretario confederale della Cgil Ghiselli.
Sulla stessa lunghezza d’onda la Uil. ”Quota 102 è una beffa. Unita, poi, all'annunciata quota 104 fra due anni diventa un vero e proprio sfottò per milioni di lavoratori italiani”, afferma il segretario confederale Proietti. ”La platea interessata da questa 'geniale idea', infatti, è di poche migliaia di persone che hanno già avuto la possibilità di andare in pensione con quota 100. Per la Uil - aggiunge Proietti - dopo quota 100, è necessario introdurre una flessibilità di accesso alla pensione diffusa intorno a 62 anni, utilizzando l'ottimo lavoro svolto dalla commissione istituzionale sui lavori gravosi”.
Il confronto è quindi indispensabile. E intanto arriva il ”tavolo permanente per il parternariato economico, sociale e territoriale” che completa la governance del Recovery Plan. Il premier Draghi ha infatti firmato il Dpcm che lo istituisce e che prevede al tavolo 32 sigle tra sindacati, imprese, banche, terzo settore, mondo della ricerca. Tra le associazioni coinvolte anche il consiglio nazionale dei consumatori e quello degli studenti universitari. Presenti gli enti locali e Roma capitale. Il premier potrà individuare un coordinatore tra personalità con elevate competenze e comprovata esperienza. A seconda dei temi possono essere invitati anche i singoli ministri.
Giampiero Guadagni