Sabato 23 novembre 2024, ore 2:45

Automotive

Magneti Marelli parla giapponese

La Borsa festeggia, i sindacati si dividono: la cessione di Magneti Marelli alla giapponese Calsonic Kansei - giapponese fuori ma americana dentro, visto che a controllarla è il fondo Usa Kkr - suscita reazioni discordanti. In mattinata Fca strappa a Piazza Affari (+ 6,5%), a conferma del fatto che l’operazione, anticipata il giorno precedente da Bloomberg, incontra il favore degli operatori. Evidentemente i mercati approvano la strategia del Lingotto, che con il nuovo ad Mike Manley ha deciso di mettere da parte l’ipotesi scorporo, preferita da Sergio Marchionne, per indirizzarsi con decisione sulla vendita della controllata.

Il prezzo finale, 6 miliardi e 200 milioni di euro, è decisamente più alto rispetto a quello, 5 miliardi, da cui la trattativa aveva preso le mosse. In mezzo c’è stato un negoziato piuttosto tribolato, che ad un certo punto ha rischiato di deragliare. La fusione verrà finalizzata sotto il profilo finanziario a metà 2019, dopo il via libera delle autorità antitrust. Ma i contorni sono chiari. Il matrimonio tra Magneti Marelli e Kalsei porterà alla nascita di un gigante della componentistica da 15,2 miliardi di euro, il settimo su scala mondiale, con 65mila dipendenti e circa 200 tra stabilimenti e centri di ricerca sparpagliati ai quattro angoli del globo.

Non ci sarà nessuna ricaduta sull’occupazione in Italia. A livello europeo la presenza di Calsonic è molto ridotta, praticamente l’azienda giapponese è presente solo nel Regno Unito, e dunque l’assenza di sovrapposizioni fa sì che non vi siano in programma ristrutturazioni degli organici, cosa che del resto viene esplicitamente esclusa da ambedue i firmatari del deal. Inoltre il cuore del gruppo resterà in Italia, nel quartier generale di Corbetta, vicino Milano. Proseguirà anche il legame con Fca perché per almeno cinque anni il Lingotto si è impegnato a mantenere la nuova società tra i suoi fornitori.

Tra i sindacati dei metalmeccanici nessuno fa le barricate, ma si registra una chiara differenza di accento nei commenti. Per la Fiom la garanzia dei livelli occupazionali così come ”la crescita dimensionale e la maggiore solidità nel settore della componentistica” sono tutti elementi positivi. Eppure la segretaria Francesca Re David nota che il governo ha perso ”un’occasione enorme di politica industriale” ignorando gli avvertimenti della Fiom. Che a questo punto chiede di aprire ”un confronto” sulle prospettive di Fca nel quale l’esecutivo svolga un ruolo ”attivo”.

Decisamente più ottimista il leader della Fim Marco Bentivogli, che definisce l’accordo ”una grande occasione di crescita” sulla quale ”comunque il sindacato vigilerà, in particolare per gli aspetti che riguardano lo sviluppo e la forza lavoro. L’operazione - nota Bentivogli - consente di crescere e raddoppiare l’economia di scala di Magneti Marelli”.

Secondo la segretaria generale della Cisl Annamaria Furlan siamo di fronte al caso di ”un’altra azienda italiana che viene acquistata da stranieri, questo testimonia la crisi del capitalismo nostrano che investe troppo poco”. Tuttavia, aggiunge, ”il fatto che investitori stranieri guardino con attenzione all’Italia significa che abbiamo imprese di qualità, in grado di stare sui mercati internazionali, con lavoratori e lavoratrici di grande professionalità. Fortunatamente, nonostante tutti i problemi che viviamo, abbiamo ancora imprese in tutti i settori di alta qualità”.

(servizi domani su Conquiste Tabloid)

( 22 ottobre 2018 )

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