Sì, certo, l’Italia - come dice l’Ocse - cresce ai minimi tra i big. Ma cresce. E nel crescere, ancorché poco, trascina all’insù anche il dato sul lavoro. Così - fa sapere l’Istat - nel 2016 la media degli occupati è stata di 22.758.000, al livello più alto dall’inizio della crisi economica: nel 2008 erano 23.090.000 mentre nel 2009 sono scesi a 2.699.000. Con l’aumento registrato nel 2016 di 293.000 unità il 2016 ha riportato l’occupazione sopra i livelli 2009. Il tasso di disoccupazione è all’11,7%, il livello più basso degli ultimi quattro anni (nel 2012 era al 10,7% mentre nel 2013 era balzato al 12,1%). Sono diminuiti in modo consistente gli inattivi (-410.000 unità). I disoccupati calano di 21.000 unità (-0,7%).
"L’occupazione, nei dati Istat della media 2016, cresce per il terzo anno consecutivo, a ritmi più sostenuti rispetto al 2015, con l’1,3% in più, corrispondenti a 293.000 occupati in più", ha commentato il segretario confederale della Cisl, Gigi Petteni. "Andando a vedere i dati trimestrali- continua Petteni- si osserva però che nell’ultima parte del 2016 la crescita è stata minore. Inoltre è calata anche la qualità dell’occupazione: l’aumento degli occupati del IV trimestre 2016 è il risultato della ripresa del lavoro indipendente, della ulteriore crescita dei dipendenti a termine e di una lieve diminuzione del lavoro dipendente a tempo indeterminato. Gli incentivi alle assunzioni stabili hanno consentito dunque di ottenere risultati importanti, ma certo non possono fare miracoli, serve una ripresa economica più robusta, insieme a politiche espansive, soprattutto con maggiore flessibilità da parte dell’Ue. Ciò non significa che gli incentivi non siano importanti: in Italia che il lavoro stabile costi di meno del lavoro a termine e flessibile deve diventare un principio base del nostro ordinamento. Far costrare meno il lavoro stabile - continua Petteni - è, infatti, da tempo un obiettivo che la Cisl vuole perseguire. Non riteniamo un errore l'avere messo risorse in questa direzione, ora bisogna passare da incentivi bonus ad un cambiamento radicale sulla tassazione del lavoro. Ma servono anche altri interventi sulle politiche del lavoro, come abbiamo detto ieri al tavolo con il Ministro Poletti: la partenza effettiva delle politiche attive, a partire dall’assegno di ricollocazione che è in dirittura d’arrivo dopo mesi di annunci; il contrasto agli abusi sui tirocini, spesso utilizzati in luogo del lavoro dipendente; il ripristino degli incentivi alle assunzioni dei lavoratori in mobilità; alcuni aggiustamenti alle nuove norme sugli ammortizzatori sociali e maggiore flessibilità nell’attuazione". "Le annunciate restrizioni ai voucher, come chiediamo da sempre- conclude Petteni- sono una cosa assolutamente positiva, ma non esauriscono il dibattito sul lavoro".
Infine, gli’aumento degli occupati, sottolinea l’Istat, coinvolge oltre agli over 50 anche i giovani tra i 15 e i 34 anni. Il tasso di occupazione sale di 0,9 punti al 57,2%.
(Approfondimento domani su Conquiste Tabloid)