Sottolinea il segretario generale della Cisl Sbarra: ”Pur apprezzando gli sforzi fatti dal Governo, continuiamo a ritenere la data del 30 giugno troppo vicina per la fine del blocco dei licenziamenti, alla luce della attuale situazione epidemiologica e dei tempi della campagna vaccinale. Va fatto uno sforzo ulteriore. Così come non condividiamo la scelta di aver lasciato ancora una volta fuori dalle indennità Covid alcune categorie di lavoratori. Il Governo deve rimediare nella fase di conversione in Legge del Dl Sostegni a questa grave lacuna”. La distinzione presente nel decreto tra datori di lavoro rientranti nel perimetro Cigo e datori rientranti nel quadro dell’assegno ordinario e Cig in deroga, aggiunge il numero uno di Via Po, ”non trova riscontro nella situazione reale ancora molto grave sotto il profilo sanitario ed economico. Chiediamo dunque di eliminare questa distinzione allineando le causali e spostando in avanti sia la cassa Covid, sia la fine del blocco generalizzato dei licenziamenti almeno sino al 31 ottobre”. Inoltre, secondo Sbarra, ”bisogna prorogare le indennità, allargandole ai soggetti oggi esclusi già dal decreto di agosto: titolari delle partite Iva, collaboratori iscritti alla gestione separata dell’Inps, collaboratori autonomi non iscritti alla gestione separata, operai agricoli, colf e badanti. Occorre poi raddoppiare da tre a sei mesi il Rem per quanti hanno visto scadere la Naspi e la Discoll nel corso dell’ultimo anno, sganciandole dall’Isee”. Sul lavoro agile ”va inserita una norma che stabilisca che dopo il 30 aprile l’esonero dell'obbligo di accordo individuale avvenga solo in presenza di un accordo collettivo”. Infine sulle politiche attive, La Cisl apprezza l’impegno del Ministro Orlando ad aprire un tavolo di confronto specifico a maggio. Ma, afferma Sbarra, ”bisogna accelerare le procedure di assunzione e di reclutamento delle 11.600 persone nei centri pubblici per l’impiego”.
Sul blocco dei licenziamenti ”le posizioni di sindacati e Confindustria restano distanti”, ha detto il segretario generale della Uil Bombardieri. Mentre per il leader della Cgil Landini occorre ”rendere più appetibili e incentivabili gli strumenti alternativi ai licenziamenti, dai contratti di espansione a quelli di solidarietà, alla cassa ordinaria, a partire dall’azzeramento dei contatori. Tutte richieste che stanno nella necessità di accelerare la definizione di una riforma in senso universale degli ammortizzatori sociali e di nuove politiche attive del lavoro, da rafforzare e rilanciare come priorità”.
Sui licenziamenti il Ministro Orlando è cauto: ”Non sappiamo ancora quale sarà l’impatto finale della crisi pandemica sull'economia. E’ necessario aggiustare progressivamente la mira”. Orlando ha parlato di ”confronto ricognitivo” perché ”serve discutere gli scenari possibili piuttosto che rincorrerli”. A maggio dovrebbe partire il tavolo di confronto sulle politiche attive. Entro l’estate dovrebbe invece essere chiuso il progetto di riforma degli ammortizzatori sociali. Orlando ha ribadito la necessità di ”un pieno coinvolgimento delle parti sociali nel Pnrr, un vero e proprio patto per massimizzare il più possibile le ricadute occupazionali del Piano nazionale di ripresa e resilienza”.
Giampiero Guadagni