A febbraio si conferma il calo di occupazione in atto da alcuni mesi, con un corrispondente aumento della disoccupazione. L’Istat infatti ha registrato un rialzo del tasso di disoccupazione al 10,7%. Gli occupati risultano in calo di 14 mila unità. Il tasso di occupazione scende così al 58,6% (-0,1 punti percentuali). Diminuiscono i dipendenti (-44mila): sia permanenti (-33 mila) sia a termine (-11 mila); mentre nell’ultimo mese risultano in aumento gli indipendenti (+30 mila). Il calo dell’occupazione è concentrato nella classe di età dei 35-49enni (-74 mila), mentre si conferma il segno positivo per gli ultracinquantenni (+51 mila). Su base annua l’occupazione cresce dello 0,5% (+113 mila unità). Nei dodici mesi, la crescita degli occupati si accompagna al calo dei disoccupati (-1,4%, pari a -39 mila unità) e degli inattivi tra i 15 e i 64 anni (-1,3%, -169 mila).
A febbraio la disoccupazione giovanile si attesta al 32,8%, in lieve diminuzione rispetto al mese precedente, dato distante quasi 14 punti dal minimo pre-crisi (19,4%, del febbraio 2007).
L’Italia è terza per il tasso di disoccupazione nella Ue (tra gli stati membri il tasso più alto è riferito alla Grecia (18,0% registrato a dicembre 2018). Ed ha il secondo tasso più alto di disoccupazione giovanile fra gli Stati membri con un 32,8%, secondo solo e sempre alla Grecia (39,5%).
I dati Istat riaccendono lo scontro politico, con le opposizioni che vanno all’attacco delle politiche del governo e del decreto Dignità in particolare.
Per il segretario generale aggiunto della Cisl, Luigi Sbarra ”particolarmente preoccupante che in maggior sofferenza sia la classe di età centrale dei 35-49enni. E va sottolineata la diminuzione dei dipendenti, sia con contratto stabile, sia a termine”. Se non si interviene subito, osserva ancora Sbarra, ”si rischia di perdere, in termini di occupazione, quel che abbiamo faticosamente riguadagnato negli anni post-crisi. I provvedimenti chiave del Governo sul lavoro, decreto Dignità, quota 100 e reddito di cittadinanza, non aggrediscono in alcun modo la questione centrale, che è quella della mancata crescita economica”. Alla luce dei dati che peggiorano ogni giorno, sottolinea Sbarra, ”ci aspettiamo che il Governo modifichi le scelte di politica economica ed assuma provvedimenti urgenti in grado di far ripartire la crescita facendo leva sulle infrastrutture , le politiche industriali, gli investimenti su formazione , competenze, scuola, pubblica amministrazione e Mezzogiorno”. Conclude il segretario generale aggiunto della Cisl: ”Vi è inoltre l’urgenza di aprire il tavolo al Ministero del Lavoro su ammortizzatori sociali e politiche attive da tempo sollecitato e richiesto dal sindacato confederale unitario”.