Il tasso di disoccupazione a settembre risale di 0,3 punti percentuali su agosto al 10,1%. Lo rileva l'Istat nella nota flash su occupati e disoccupati. Rispetto a settembre 2017 il tasso di disoccupazione è diminuito di 1,1 punti. Le persone in cerca di lavoro sono 2.613.000 in aumento di 81.000 unità (+3,2%) rispetto ad agosto e in calo di 288.000 unità su settembre 2017. Il tasso di inattività tra i 15 e i 64 anni complessivo a settembre è al 34,5% in calo di 0,1 punti su agosto.
A settembre gli occupati diminuiscono di 34.000 unità su agosto (-0,1%) mentre su settembre 2017 sono in aumento di 207.000 unità. Gli occupati sono 23.308.000. A settembre il calo dell'occupazione si concentra nei dipendenti permanenti (-77.000 unità) mentre aumentano gli occupati a termine (+27.000) e gli indipendenti (+16.000).
Il tasso di disoccupazione dei giovani a settembre risale al 31,6% con un aumento di 0,2 punti percentuali su agosto 2018 e un calo di 3 punti percentuali su settembre 2017. Nella fascia tra i 15 e i 24 anni il tasso di occupazione è al 17,3%, invariato su agosto. Tra i 15 e i 24 anni lavorano 1.019.000 persone (+6.000 su agosto) mentre i disoccupati sono 470.000.
Le forze politiche si rimpallano le responsabilità. Per il vicepremier e ministro del Lavoro Di Maio ”questo dato è l’ultimo colpo di coda del jobs act, da domani entra in vigore la nostra norma”. Aggiunge Di Maio: ”Se la produzione industriale si ferma e il Pil stagna è normale si fermi la crescita occupazionale. Se in più quella crescita si basava su contratti precari ancora peggio. Ma dai dati di luglio, agosto e settembre viene fuori che la produzione si è fermata perché è calato l'export perché Usa e Cina hanno iniziato la guerra dei dazi”.
Ma le opposizioni la pensano in modo molto diverso. La senatrice Teresa Bellanova, capogruppo Pd in commissione attività produttive, punta il dito sul decreto digità, definito decreto licenziamenti, ”con il quale questo governo ha vanificato quanto di buono abbiamo fatto in questi anni. Incompetenti patentati”. Sottolinea Brunetta, deputato e responsabile del Dipartimento di politica economica di Forza Italia: ”La disoccupazione che torna a crescere è il primo effetto disastroso del Decreto Dignità fortemente voluto da Di Maio, che lo aveva presentato in pompa magna come il punto di partenza per creare nuovo lavoro, sviluppo e crescita. La realtà, purtroppo, ha di nuovo avuto il sopravvento sulla propaganda del Governo, mostrando la dura realtà dei fatti”.
Commenta il segretario generale della Cisl Sbarra. ”Non tiriamo i dati per la giacchetta, attribuendo il calo di occupati e l’aumento di disoccupati, registrati a settembre, all’una o all’altra legge. L’unica certezza è che l’andamento discontinuo dell’occupazione negli ultimi mesi determina nel terzo trimestre una sostanziale stagnazione degli occupati rispetto ai mesi precedenti, e ciò corrisponde purtroppo alla stagnazione della nostra economia, mostrata dai dati sul Pil, dopo oltre tre anni di crescita, seppur debole”. Quanto agli eventuali effetti del decreto dignità, aggiunge Sbarra, ”si dovranno attendere i dati successivi alla fase transitoria, le nuove norme entreranno infatti in vigore pienamente in novembre”. Per Sbarra, semmai, ”una seria riflessione va fatta sulle cause della crescita zero del Pil e sui suoi effetti. Ora infatti rischia di essere poco credibile la stima di crescita dell’1,5% che il Governo ha considerato per il 2019, su cui si basano le previsioni sul deficit e sul debito. Appare con tutta evidenza che, ora più che mai, serve una manovra effettivamente espansiva, con più investimenti su politica industriale e dei servizi, innovazione e ricerca, istruzione e formazione”.