La paura può essere anche più forte della crisi. Anche questo spiega la fase di incertezza che caratterizza l’economia italiana, con segnali di rallentamento dei consumi, accompagnati da un aumento significativo del potere d’acquisto delle famiglie e dal miglioramento tendenziale dell’occupazione.
E’ quanto si può evincere dall’ultima nota mensile dell’Istat, con “l’indicatore anticipatore” che “non segnala prospettive di accelerazione dell’attività economica negli ultimi mesi dell’anno”.
In particolare, negli ultimi mesi si osservano segnali di decelerazione nella dinamica della spesa per consumi. Ad agosto le vendite al dettaglio in volume hanno subito una riduzione (-0,2% rispetto al mese precedente) confermando il tono negativo evidenziato nel mese precedente (-0,3%). Mentre ad ottobre, per la terza volta, “la fiducia dei consumatori è diminuita rafforzando il trend negativo iniziato a gennaio”.
Nel frattempo, però, i lavoratori dipendenti sono “tornati sui livelli del 2008”, ovvero ai valori pre-crisi. L’Istat, in particolare, segnala per il totale dell’occupazione alle dipendenze un rialzo dello 0,3% nel terzo trimestre, frutto sia del perseguimento della crescita di chi lavora a tempo indeterminato, (“anche se a ritmi inferiori rispetto a quelli dell’anno scorso”), sia di un aumento dei “dipendenti a termine”. Una tendenza, spiega, “contrapposta” al calo “dell’occupazione indipendente (-0,8%)”, in cui rientrano gli autonomi.
A conti fatti, precisa l’Istituto, l’evoluzione del mercato del lavoro appare “in linea con i livelli registrati nel secondo trimestre”. In particolale, “a settembre si è registrata una lieve crescita degli occupati (+0,2% rispetto ad agosto), tuttavia a livello trimestrale l’occupazione è - sottolinea l’Istat - rimasta stazionaria, dopo il consistente aumento nei primi sei mesi nell’anno (223 mila occupati in più nel periodo da gennaio a giugno)”.
(Approfondimento domani su Conquiste Tabloid)