Da parte sua il leader della Cisl Sbarra chiede di ”far rispettare l’avviso comune che impegna tutte le aziende a utilizzare tutti gli strumenti di flessibilità e ammortizzatori prima di avviare qualsiasi processo di risoluzione dei rapporti di lavoro. I casi recenti di alcune aziende che si muovono in totale spregio degli affidamenti che ci siamo dati sono assolutamente da sanzionare. Giovedì lo diremo con grande determinazione al tavolo convocato sulla vicenda della multinazionale Gkn. Bisogna trovare una soluzione a questa vertenza per evitare la delocalizzazione”. Il sindacato solleciterà il Governo ad ”attivare subito a Palazzo Chigi il tavolo concertato istituito sulle crisi aziendali per riportare queste realtà sul giusto tracciato, altrimenti la tensione tornerà ad alzarsi. E la mobilitazione del lavoro di certo non mancherà”.
E la mobilitazione continuerà anche per ottenere l’abrogazione dell’articolo 177 del Codice degli appalti, perché ”ci sono 150 mila lavoratori dalle alte professionalità che rischiano di perdere il posto a causa di una norma senza senso, che obbliga le aziende concessionarie ad esternalizzare l’80% delle attività. Con l’articolo 177 si desertificano competenze e si polverizza un sistema industriale che vive dove c’è lavoro di qualità. Disarticolare servizi essenziali come l’elettrico, il gas e la gestione dei rifiuti, è l’esatto opposto di quello che serve al Paese”. Peraltro nel momento in cui ”grazie alle ingenti risorse stanziate dall’Europa, c’è l’occasione storica per affrontare con determinazione il tema dei ritardi gravi del Mezzogiorno, costruire occasioni di lavoro stabile per i giovani e le donne, occuparci del divario infrastrutturale, delle disfunzioni della pubblica amministrazione e dei servizi pubblici, a cominciare dalla sanità pubblica. Questa è ora la sfida che il Paese deve vincere con la stessa coesione, lo stesso spirito positivo, la stessa capacità di fare squadra con cui affrontiamo le grandi kermesse sportive”. Insomma, ”ora bisogna vincere la partita del lavoro, unire il Paese con gli investimenti, la crescita, le infrastrutture, i servizi pubblici”.
Per l’Italia però la salita non è ancora finita. Osserva il segretario confederale Cisl Graziani. “I dati del rapporto dell’Inps hanno due facce: impressionante è il calo degli occupati del 2,8% nel corso del 2020, la riduzione delle ore lavorate del 7,7%, così come il calo di reddito di chi non ha perso il lavoro ma ha subito una brusca riduzione dell’attività. La dimostrazione evidente che purtroppo non siamo affatto fuori dalla crisi”. E allora l’obiettivo deve essere quello di chiudere il cantiere delle riforme degli ammortizzatori sociali e delle politiche attive per poter disporre di sistemi più inclusivi, anche nei confronti delle piccole aziende che devono poter utilizzare strumenti adeguati e sostenibili finanziariamente per tutelare i propri dipendenti; nonché di percorsi di politiche attive che possano prendere in carico i lavoratori dal primo giorno di disoccupazione per riqualificarli.
Giampiero Guadagni